Da tempo non mi occupo di "Politica". Tutti ne parlano come fosse un argomento semplice ma, secondo me, non è così.
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Il problema principale delle persone che ascolto (s)parlare di politica è il denaro. Lo spreco di denaro.
Tralascio tutto il complesso mondo inerente questo argomento e vengo subito al dunque. Non affronto nemmeno la mia solita tiritera sulla differenza tra Nicole Minetti, la massaia di Lucera, il politico analfabeta eccetera.
A sentire chi (s)parla di politica, pare che il danno principale per l'Italia sia causato dall'alto stipendio, dalle indennità di funzione e dai "vitalizi" dei parlamentari.
Eticamente parlando, con la miseria che si vede in giro e con la manifesta incapacità di chi ci "amministra", il lauti "profitti" di cui si parla non mostrano una bella immagine ma ...
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Se aspettiamo una Legge che abolisca o riduca questo "problema", cari amici possiamo dormire sonni tranquilli, non si arriverà mai al risultato. Nessuno rinuncerebbe a questi "privilegi", se non a parole, scaricando sugli altri la causa della mancata soluzione.
Eticamente parlando sono tutti contro questi "privilegi" ma poi nei fatti si trova sempre un motivo ostativo per rinviare ogni decisione.
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Non mi perdo in chiacchiere e vengo al sodo.
Pare che un parlamentare non possa rinunciare a quello che gli spetta perché la Legge prevede questi emolumenti e la Legge va rispettata.
Io allora, dal momento che nessuno, una volta occupato il posto di parlamentare, voterebbe contro i suoi "privilegi" se non sicuro di non ottenere la necessaria maggioranza per far approvare l'abolizione di questi, propongo a chi occupa gli scranni del potere legislativo di approvare una Legge di altro tipo.
Prima di candidarsi, l'aspirante parlamentare deve dichiarare se intende ridurre gli alti stipendi e se intende rinunciare alle indennità di funzione, ai vitalizi e ad ogni altro "privilegio", lasciando liberi gli eventuali colleghi di percepire quanto per Legge loro dovuto.
Mi piacerebbe vedere chi sceglierebbe l'elettore tra chi rinuncia e chi non rinuncia.
P.S. Io sono per il mantenimento dei "privilegi". Sul perché di questa mia scelta ne parleremo in un'altra occasione.
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