Ho letto le notizie sulla chiesa intitolata a San Francesco di Paola (oggi comunemente detta “della Addolorata”) e mi sono ricordato del putiferio, causato da un mio articolo nel lontanissimo febbraio 2008. Di questo articolo non ho ritrovato alcunché nel mio archivio ma, cosa più interessante, ho ritrovato in un blog, una autorevole risposta di Massimo De Siati.
Leggiamo della proposta dell’Assessore alla Cultura, Francesco Paolo D’Adamo, per un radicale intervento di “maquillage” di Piazza Rossetti in occasione delle cerimonie previste per il 180° anniversario della nascita di Dante Gabriel Rossetti. La cosa non può che trovare d’accordo i cittadini di buona volontà! In verità, ci saremmo aspettati che un Assessore non si facesse semplicemente promotore di una proposta del tipo: “Che ne pensate se…?” bensì di un progetto che lo vedesse artefice dell’iniziativa. Ma non è nostra intenzione polemizzare su questo aspetto, in Città ciò avviene troppo spesso per motivi futilissimi, anche se… un Assessore è un Amministratore, non un semplice cittadino.
Poi, però, si intravedono gli aspetti della sua idea così sussurrata: “Si propone di tagliare i due pini che minacciano di cadere, ormai rovinati dai danni del vento e della neve, evitando così anche il continuo rifugio degli storni, che in questo periodo impedisce il naturale passaggio nella Piazza. Tale intervento migliorerebbe la visibilità degli ex palazzi scolastici…” Qui non ci siamo! I pini non si toccano! Crediamo che rappresentino l’unico corollario verde che smorza l’incombere ed i colori dei due ex palazzi scolastici. E poi, gli alberi non si tagliano, punto! Per il resto, nulla da eccepire: intervento di “arte dei giardini”, ripulitura e valorizzazione della facciata della Chiesa di San Francesco di Paola, restauro del Monumento di Gabriele Rossetti, magari!
In ordine alla collaborazione dei privati per la riqualificazione delle insegne, delle vetrine e delle tende, qualcosa ci sarebbe invece da dire. Probabilmente sarebbe opportuno almeno rivedere o applicare il Piano delle insegne, riferito al Centro storico, che pur esiste ma che nessuno realmente rispetta, e farlo prevedendo misure di finanziamento che accompagnino la volontà di intervenire degli esercenti le attività commerciali.
Che per far questo occorrano risorse economiche, in un momento di ristrettezze per quelle pubbliche (ma anche private), è fuor di dubbio. Si tratta, però, di operare delle scelte di politica amministrativa: concentrare le risorse disponibili. Riteniamo che, per l’idea rappresentata da D’Adamo, anche se così sussurrata, ne varrebbe la pena. Certo, nell’organizzare una mostra di opere della famiglia Rossetti, in occasione delle celebrazioni per il 180° anniversario della nascita di Dante Gabriele (così come è nelle intenzioni dell’Amministrazione di fare per fine Agosto), non si dovrebbe mostrare di quest’ultimo un’allocazione urbana scadente, la Città non ci farebbe una bella figura. Sarebbe il caso di verificare, magari, la congruità delle spese previste per l’allestimento della mostra (quadri e libri dovrebbero giungere dall’Inghilterra e dall’America): trasporti, allestimento, pubblicità, assicurazioni, personale e quanto altro necessario. Se, quindi, l’obiettivo è duplice: “Restituire la Piazza ai Vastesi, migliorare l’estetica del salotto della città” e preparare la cornice per l’evento artistico, sarebbe il caso non di accarezzare, sussurrandolo, un sogno ma di mettere mano ad un progetto: “Riqualificazione del Centro storico” ma anche soltanto di Piazza Rossetti!
Questa non è cosa che il singolo Assessore alla cultura D’Adamo può essere chiamato a fare ma è compito dell’intera Amministrazione: lavori pubblici, turismo, traffico, commercio, bilancio e Sindaco. Certo, bisogna andar d’accordo ma questa è una questione politica in cui non è, per l’occasione, nostra intenzione entrare.
Massimo Desiati
Vedi caro Massimo! La mostra, anche se diversa da quella prevista, si è fatta ed ha avuto risalto anche maggiore di quello che meritava. Il monumento è stato restaurato. A breve inizieranno il restauro della facciata della chiesa, mentre il dibattito sugli alberi è ancora aperto. Vedi caro Massimo quel sussurrare è servito a qualcosa. Dopo l’uomo che sussurrava ai cavalli, ora l’Assessore che sussurrava alle Capre. La parafrasi del film in proiezione in questi giorni, l’uomo che fissa le capre, è d’obbligo.
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