sabato 14 novembre 2009

Una lettera al Senatore

Egr. Sen. Mascitelli,

da tempo sto seguendo in silenzio le vicende politiche del partito. Leggo lunghi articoli su Micro Mega, altri articoli sono presenti su importanti quotidiani nazionali. Adesso sento che è arrivato, dopo il Suo riconoscimento del Circolo IdV Vasto 1, intitolato al compianto M. Colantonio, il momento di esprimere un mio pensiero. Dopo l’incontro nazionale di Vasto, in molti sono entrati a far parte del partito di Di Pietro. Molti altri però ne sono usciti e ancora ne stanno uscendo. Il gruppo molisano rappresenta l’eclatante esempio di una sofferenza che si avverte all’interno del partito. La risposta di Giuseppe Caterina, coordinatore regionale del Molise, “il partito non esclude ma include”, riferita all’uscita di Giuseppe Astore, Massimo Romano, Erminia Gatti ed altri venti iscritti, se pur convincente, dal punto di vista dialettico e demagogico, odora di minestra riscaldata. L’elettore vuole risposte concrete. A Vasto, per esempio si sta, piano piano, riaprendo un dialogo tra il sub-commissario Bontempo e coloro che fino a poco tempo fa venivano definiti “uno sparuto gruppo”. A questo punto sarebbe facile per Lei ricucire velocemente “lo strappo”. E Lei sa quanto abbiamo bisogno di tranquillità nel partito in questo momento.
Diciamo la verità, in questo momento IdV è sotto schiaffo. E come spesso succede, quello che ci mette in difficoltà è il fuoco amico. A volte il fuoco amico arriva da chi ci vuole bene, come il gruppo di Micro Mega, altre volte invece arriva da persone che hanno scambiato il partito per un comodo autobus da prendere a proprio piacimento, per raggiungere delle personalissime destinazioni. E’ inutile negarcelo, alla prova dei comportamenti di questi personaggi, è chiaro che come ci dice il nostro amico Marco Travaglio, il nostro futuro si gioca nella selezione della classe dirigente.
Ed è oramai di tutta evidenza che degli errori, nelle scelte delle persone, sono stati fatti. E allora io dico: “Guardiamoci in faccia!”
Del caos che il partito vive in Abruzzo ho una percezione solo relativa (amici che telefonano per sfogarsi, notizie sui giornali), sono certo che Lei, per ruolo e sensibilità, conosce la situazione molto meglio di me.
Di Vasto però posso parlare con cognizione di causa. Oramai ci conosciamo. Lei conosce noi e noi conosciamo Lei, con i nostri pregi ed i nostri difetti.
Sappiamo benissimo chi può dare cosa. Da ogni punto di vista. Ma sappiamo anche di più. E cioè che fra noi di Vasto esistono anche dei problemi di carattere personale. Certo sarebbe meglio ritrovarsi sempre tra amici, però siamo anche degli adulti consenzienti. Allora è un imperativo categorico il mettersi alle spalle i problemi personali, per poter così collaborare proficuamente nell’azione politica.
A Vasto il nome di maggior spicco è ancora il mio. Gli altri seguono a grande distanza. Però nel tempo si è creato uno zoccolo duro, capace e volitivo, comunque utile in tutte le occasioni. E allora valorizziamo queste cose. Gli altri partiti questa ricchezza non ce l’hanno. Sappiamo benissimo che gli altri partiti sono dei comitati elettorali, che privati di seggi ed incarichi, inaridiscono velocemente. Allora noi che siamo diversi, perché lo abbiamo dimostrato, sediamoci intorno ad un tavolo e parliamo del futuro (a Vasto effettivamente dovremmo parlare del presente ormai). Tacitiamo tutti coloro che tentano di seminare zizzania tra di noi. Oltre che Suo interesse personale è anche interesse del partito. Io ce l’ho messa tutta per stare buono, e Lei che mi conosce bene sa che non è stato facile. Per il bene del partito ho dovuto tacere quando venivo irriso da giornalisti ed opinionisti, per via del fatto che ero stato “fatto fuori” dal mio stesso partito (visto che formalmente la decisione era del sindaco, ma il partito non ha avuto nulla da dire … anzi). Ma questa situazione non può continuare. Adesso occorre parlare di progetti, di ruoli. Iniziamo a farlo dentro al partito, e poi comunichiamolo anche fuori. A Vasto siamo la terza forza politica, ad un soffio dalla seconda, che è il PD. Dobbiamo essere protagonisti. E’ la storia che ce lo chiede. Compito nostro è quello di organizzarci, senza disperdere le nostre potenzialità in maniera colpevole e poco lungimirante.
Aspetto un segno da Lei nella direzione che Le ho indicato, che sono certo essere anche la Sua.

Le porgo i miei distinti saluti

Francescopaolo D’Adamo

Nessun commento: