Caro Francesco, in questa foto della nostra squadra di "vastesi" a Roma, non ti vedi perché sei tu a scattarla. Per tanto tempo non ci siamo più visti ma ogni volta che, giocando a "pallone", mi sono trovato di fronte o di fianco ad un "portiere" mi sei tornato in mente.
Il migliore, il più educato. Mai un alterco, mai una protesta.
Quanti gol ti ho segnato! Sempre in basso alla tua sinistra. Sapevo che era quello il tuo punto debole. Quando invece eravamo nella stessa squadra ero sicuro di vincere. Sembravi Dino Zoff.
Caro Francesco, sapevo che non te la passavi bene e quando Giovanni mi ha dato la "notizia" l'ho assorbita come una medicina amara che bisogna prendere per forza.
Caro Francesco, allenati.
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