martedì 17 settembre 2019

Se ne accorge anche Italia Nostra





Appello per la tutela della scritta di piazza Verdi a Vasto risalente alla seconda guerra mondiale

È ancora visibile a Vasto, in zona Piazza Verdi, una scritta originale realizzata nel 1943 dalla VIII armata dell’esercito Inglese di stanza in città.
La scritta, presente sul muro di un’antica casa, appare piuttosto scolorita e parzialmente scomparsa, ma ancora leggibile.  Riporta le parole “South – Termoli” con una freccia ad indicare la direzione Sud da percorrere per arrivare alla vicina città di Termoli.
Diverse sono state le scritte realizzate dai soldati del Generale Montgomery durante la loro permanenza a Vasto, per lo più utili alla logistica militare.
Non di meno tra le truppe si era diffusa la simpatica pratica di rinominare alcuni luoghi con nomi a loro decisamente più familiari. Un cartello apposto in Piazza Rossetti indicava, ad esempio, il nome con cui i soldati avevano ribattezzato la nostra piazza: “Piccadilly Circus”,  vale a dire una delle principali piazze di Londra con forma, per l’appunto, circolare e snodo di importanti strade, nonché punto centrale di incontro, proprio come la nostra piazza dedicata a Rossetti che, ricordiamo, era cittadino londinese.
Sono tante le storie collegate alla seconda guerra mondiale e la scritta di Piazza Verdi è una delle ultime testimonianze dirette ancora presenti in città.
Come associazione stiamo avviando un programma di censimento di scritte (graffite, incise, dipinte) presenti a Vasto e nel Vastese, coordinato dal dott. Alessandro Cianci, che sono ormai testimonianze storiche di un passato che deve essere ricordato e che possono servire anche a livello didattico per rendere più interessante lo studio della Storia.
Per questo ci sentiamo in dovere di lanciare un appello pubblico a tutte le istituzioni e a tutti i cittadini vastesi affinché si adoperino al fine di tutelare questa scritta, prima che il tempo o qualche atto sconsiderato non la distruggano definitivamente.

3 commenti:

Giuseppe Franco Pollutri ha detto...

Per carità, conserviamo tutto, e non mascheriamo ridicolmente le diciture delle targhe stradali del Ventennio, come è avvenuto a quella in ceramica di Via * della * Dalmazia alla Marina. Chi vuole può vederla su Vasto Gallery di F. Marino.
Però ..., se mi è permesso annotare la scritta o le scritte qui indicate e considerate sono testimonianza di una incontestabile e inopportuna "occupazione" di Vasto al tempo degli anglo-alleati, qui venuti e insediatisi in armi e scritte a noi estranee per ... liberarci!
A casa mia, sempre alla Marina, per anni abbiamo dovuto tenerci le porte delle camere (requisite dai suddetti liberatori per alloggiare i loro soldati) con scritte incancellabili 2 MEN - 3 MEN... Ad un certo punto - sbagliando? - per non vederle più, anche per quel che stavano a significare e ricordare, le abbiamo messe al fuoco.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Meno male che "inopportunamente" ci hanno occupato altrimenti facevamo la fine di Ortona.

Giuseppe Franco Pollutri ha detto...

Avrei voluto vedere te occupato dai liberatori ..., ovvero buttato fuori casa a tre mesi (io), a tre anni (mio fratello), mia madre con due figli in tenera età e il marito e padre all'estero per lavoro. Fu proprio un bel Natale il nostro, quello del '43, sfollati e rifugiati "fortunatamente" in un vecchio magazzino delle barche.
Ora, figuriamoci se dobbiamo preoccuparci di una scritta che non ci rappresenta, che anzi deve mortificarci!
E poi, Paolo, detto amichevolmente, non te la puoi cavare con una battuta. Io ho detto anche altro. Se mi rispondi, vorrei che tu lo facessi su l'intero mio intervento.
Quanto alla battuta su noi e Ortona. Di certo - lo scrive anche lo storico Felice Costantino - finché sono rimasti da noi i tedeschi, presenti qui da alleati e che altri hanno poi sconsideratamente dichiarato nemici senza neanche avvertire i militari al fronte né le popolazioni, da parte loro non ci sono stati violenze e danni. Quelle che al contrario registrate con la venuta dei ... liberatori. Tanto che, per poco che dovevano fermarsi, hanno pensato persino di rinominare le piazze e le strade con la loro lingua!