Del Prete contro la gestione del D'Avalos
VASTO - “Lapenna e la sua maggioranza non hanno mortificato solo le 15 persone della cooperativa Arcobaleno, togliendo loro la possibilità di partecipare ad una gara di appalto per la gestione di Palazzo d’Avalos e i suoi servizi, ma hanno compiuto un gesto amministrativo di autentica arroganza (affidamento diretto per un impegno di spesa di oltre 100 mila euro in un anno) che merita una censura politica”. E’ secco il commento in un comunicato stampa di Nicola Del Prete, del coordinamento regionale di Alleanza per l’Italia che a Vasto annovera tra le sue fila il gruppo consiliare formato da Giuseppe Di Paolo, Nicola D’Adamo ed Alessandro La Verghetta. “Il Tar deciderà sotto il profilo della legittimità amministrativa e sono convinto che darà ragione alla Cooperativa Arcobaleno. Noi, invece, apriamo una vertenza politica con quella che si autodefinisce l’amministrazione delle regole. Quali regole? - s’interroga Del Prete - quelle che vedono nella gestione di Palazzo D’Avalos una Fondazione che tra i soci annovera l’associazione del segretario del Sindaco, Fabio Salvatorelli? Ed a scapito di chi? Di quelle persone, forse, che hanno lavorato in precarietà per oltre un decennio, cominciando gratuitamente e solo con qualche rimborso derivante dagli introiti dei biglietti dei Musei? E’ questo il progetto socio-culturale del Lapenna quater?. Con la nuova gestione, mi è parso di leggere che Palazzo D’Avalos resterà chiuso tutta la settimana, ad eccezione del sabato e della domenica, dalle ore 18 alle 23, mentre prima l’apertura al pubblico era garantita sia al mattino che nelle ore pomeridiane ed in estate fino alla mezzanotte. Sono troppi i lati oscuri di questo affidamento diretto. E’ un progetto che viene da lontano, ed è stato ben studiato. Ricordo benissimo quando Lapenna diceva in giunta al suo ex assessore Francescopaolo D’Adamo: “Dobbiamo creare un giocattolo per far vivere Palazzo D’Avalos”. Ebbene, il giocattolo è stato trovato. Ma non durerà a lungo, perché i vastesi non lasceranno passare altre occupazioni che mortificano il senso delle regole”.
Giuseppe Ritucci
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