Da Piazza Rossetti:
È bello sapere che a Vasto gli eventi culturali stanno diventando un fenomeno cittadino, capace di coinvolgere tutti e soprattutto i giovani. È perciò importante che l’obiettivo di iniziative come il Festival della Scienza sia quello di evitare di veicolare preconcetti ed errori, o, peggio ancora, ideologie che minano, nelle fondamenta, la legittimità e la bontà di certe iniziative.
Nello specifico, mi riferisco alle dichiarazioni dell’assessore alla cultura del comune di Vasto, Anna Suriani, la quale, presentando l’anteprima nazionale del film Agorà, di Alejandro Amenàbar (proiettato poi giovedì scorso), ha ritenuto l’evento importante perché aiuterebbe a riflettere sul “rapporto tra Scienza e religione”.
Ora, si tratta di un’affermazione, che, sebbene (ne sono convinto) pronunciata in assoluta buona fede, è superficiale e, in fondo, errata, perché non individua la causa vera dell’omicidio di Ipazia (la protagonista di Agorà).
Non sono, infatti, la religione (né tantomeno quella cattolica) e la sua presunta (e falsa) avversione contro la scienza ad avere spinto degli uomini ad uccidere Ipazia, ma i loro “fanatismi”, e cioè i “fanatismi” di chi pensa, sbagliando, di poter difendere le proprie idee o la propria fede (arrivando sino all’omicidio), non per il bene comune ma contro qualcuno.
E, poiché i “fanatismi”, e non la religione, sono il male assoluto, occorre prendere spunto dalla proiezione del film per comprendere meglio i “fanatismi”, che colpiscono gli uomini in diversi modi. Non esiste, infatti, solo il fanatismo religioso, ma anche quello politico o scientifico. In particolare, tralasciando la descrizione del fanatismo religioso o politico (più noti), mi sembra opportuno, alla vigilia del Festival delle Scienza, ricordare il fanatismo scientifico, ovvero quei comportamenti, che affermano il valore assoluto della scienza al di sopra dell’uomo. Sulla base di questa impostazione ideologica, si è arrivato perfino a negare la vita, come valore assoluto, e ciò a favore di una cultura “disumanizzante” come quella dell’eugenetica, dell’eutanasia e dell’aborto.
Pertanto, il film Agorà deve servire a riflettere sui “fanatismi”, mentre spostare l’attenzione sul “rapporto tra Scienza e religione” significa impostare una qualsiasi iniziativa culturale su basi deboli perché non vere, rischiando così di vanificare tutti gli sforzi encomiabili (anche da parte dell’amministrazione La Penna), profusi per promuovere e organizzare eventi come il Festival della Scienza. Tutti noi, e soprattutto i giovani, abbiamo bisogno, infatti, di ideali umanisti, forti, veri e non di ideologie e di relativismo culturale.
Se si riuscirà a soddisfare questo bisogno umanista, allora, la cultura, anche a Vasto, diventerà uno strumento di crescita economica e sociale di tutta una comunità.
Vincenzo Bassi
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