Natura ed arte concorrevano a rendere disagevoli le scalate di Vasto. …
Giacomo Caldora nel 1439 cinse di migliori mura e di solide fortificazioni la
terra nostra, rinnovate col principiar del secolo diciassettesimo da Innico
d’Avalos. Non v’è memoria di altri notabili cambiamenti.
Fin qui Luigi Marchesani nella
sua Storia di Vasto del 1838.
Lo stesso storico vastese parla
anche di mura esistenti in precedenza e di riparazioni di queste nel 1391, 1401
e 1418.
Certo il Marchesani e gli altri
storici successivi, per svariati motivi, difficilmente avrebbero potuto
visitare un luogo come i sotterranei della Torre Diomede del Moro.
Ed è altrettanto improbabile che
chi ha usato questi come “neviera”,
magazzino, o addirittura come rifugio
durante i raid aerei della seconda guerra mondiale, possa aver osservato le
murature che formano questo spazio.
Io che, invitato
dall’Associazione “Vigili del Fuoco in Congedo”, ho trovato lo “stomaco” per
scendere in quel luogo, ritengo che ci sia lavoro per gli archeologi.
Durante la ricognizione in questo
luogo angusto e malsano, tra fanghiglia e acque putride che colano dalle
pareti, è apparso evidente che questa torre sia stata addossata, all’epoca
della sua costruzione, su altre mura preesistenti.
Presumo che queste mura
corrispondano ad un brano dell’antica cinta muraria di Histonium. E’ solo una
mia “intuizione”, tuttavia spero che persone competenti possano verificare e
confermare quanto dico.
Oltre a quanto sopra, è solo il
caso di evidenziare che il sottosuolo di Vasto presenta tantissime sorprese e
sarebbe il caso di analizzarlo con più attenzione. Dall’interrato della Torre
Diomede, per esempio, ancora si può ravvisare e cercare di percorrere un tratto
di camminamento che lo collega ad altri luoghi come “la Cavuta ” oppure Torre
d’Amante o “il Murello” o …. chissà.
Facciamo un giro?
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