Sull’asilo
Carlo Della Penna troppe chiacchiere e nessuna proposta.
A
dire il vero una proposta c’è ed è, quella catastrofica e scellerata,
dell’Amministrazione Comunale: “L’abbattimento
dell’attuale struttura e la costruzione di un nuovo complesso scolastico”.
Io
una proposta mia per salvare la struttura, ce l’avrei.
L’asilo
Carlo Della Penna è stato costruito negli anni Cinquanta. Ha una sua linea
architettonica tipica e rappresentativa di quel periodo, presenta opere d’arte
nate per essere collocate in quel luogo e non altrove, è immerso in un polmone
verde di cui è parte integrante, rappresenta il sentimento e la volontà di un
mecenate e di tutti gli emigranti che non hanno mai dimenticato il luogo natio,
rimane nel ricordo di migliaia di cittadini vastesi non solo come asilo
d’infanzia ma anche come luogo di aggregazione culturale.
Alla
luce di quanto sopra e di tanto altro che non sto qui ad elencare, si potrebbe
chiedere (meglio sarebbe pretendere) il
“vincolo” alla preposta Soprintendenza o anche allo stesso Ministero per i Beni
e le Attività Culturali. Ottenuto questo “vincolo”, una qualsiasi
Amministrazione Comunale “accorta”, potrebbe intervenire per il recupero ed il
rilancio della struttura.
Io
invece accuso con fermezza, e i fatti mi daranno ragione, che purtroppo c’è,
già da molti anni, una volontà di “accaparramento” dell’area, non legata a idee
di sviluppo, a perfezionamento urbanistico o a precise idee ponderate, ma solo
legata ad una solita, selvaggia, untuosa, melmosa speculazione edilizia.
Ad
essere cattivi sono convinto che esista già un progetto, firmato dalla solita
“ditta”, buona per ogni amministrazione, Esse&Ci (metto solo le iniziali
per non essere querelato).
I
nascenti comitati e chiunque altro ha a cuore le sorti del “Della Penna”
dovrebbero tentare la strada da me proposta.
Anche se …
Anche se …
6 commenti:
La strada del vincolo è stata quella intrapresa sin dall'inizio, ma una modifica al dlgs 42/2004, voluta da Tremonti, ha elevato il requisito dell'età minima degli edifici pubblici per essere sottoposti a vincolo da cinquanta a settanta.
Altro che chiacchiere.
Caro Davide intanto presentate le carte. Poi vedremo se hai ragione tu. Mai sentito parlare di beni di interesse "etnoantropologico"?
Le carte del comitato sinora sono state rese pubbliche tramite conferenze, conferenze stampa e riunioni aperte al pubblico. Rendile pubbliche le tue (quelle utili, non le lettere private di Carlo della Penna), invece di "sibillare" ed arrampicarti sugli specchi con frasi prive di fondamento. Ad una risposta chiara come la mia, mi sarei aspettato una controrisposta altrettanto chiara, perlomeno spiegando in che modo possa ravvisarsi un interesse etnoantropologico: te ne saremo e te ne saremmo molto grati, noi tutti cittadini vastesi.
L'unico "vincolo" può autoimporlo il Comune, anche dietro sollecitazione dell'opinione pubblica ed è quello che il Comitato sta cercando di fare.
Inizia a parlare chiaro, senza nasconderti dietro il detto-non detto, che non appartiene sicuramente a chi intende veramente tutelare un bene culturale come l'ex asilo Carlo della Penna. Attendo le tue smentite nei fatti e/o "de iure". Basta con le chiacchiere morte, che ne dici?
Le chiacchiere morte le sento da gente come te che organizza "conferenze" dove partecipano 32 persone compresi i relatori e me. Io ti ho dato "imput" concreto. Presentare domanda di vincolo alla Soprintendenza e seguire l'iter.Alla luce di quello che accadrebbe si solleverebbe l'opinione pubblica e non solo. Ho però la sensazione che sarebbe troppo "oneroso" per voi agire così, con i fatti. La mia è una proposta Voi agite pure come credete.
Se sei in vena di canzonare, sbagli tutto. Io mi sono mosso, assieme ad un gruppo, anche sparuto, ma guarda caso un gruppo che è stato l'unico a sollevare l'attenzione sulla questione e che ha fatto tanto, forse poco per te, ma tanto, anche sottraendo del tempo alla propria vita.
Ripeto, le tue sono solo chiacchiere, i fatti li hanno fatti Gigi Murolo e gli altri del comitato.
Infine, perché oneroso? Direi inutile, ma non oneroso, se non per il tempo perso.
Quel luogo è stato destinato ai bambini ed ai bambini deve tornare. Troppe volte ci si è dimenticati di destinare delle aree giochi per i bambini e degli spazi a loro adatti. Perché non demolire quell'edificio che ormai ha perso la sua funzione e non realizzare un parco giochi con un area per lo sport?
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