Le feste patronali, un'altra occasione persa.
Le feste patronali erano in origine una "ostentazione di fede". Il Santo Patrono San Michele che ha salvato Vasto dalla frana e da siccità, carestie, pestilenze ed altri svariati attacchi del demonio. Poi sono diventate uno dei pochi momenti di svago che il popolo poteva premettersi dopo lunghi periodi di duro lavoro. Oggi, unica motivazione, oltre a quella religiosa che resiste a stento, è quella di richiamo turistico.
Anche se la vera tradizione ha abdicato, resistono le luminarie, resiste la banda musicale, ancora attirano i fuochi artificiali. Tuttavia le giostre sono state spinte fuori dal centro e "l'attrazione musicale", come si diceva una volta "il cantante", è sempre più "improvvisata".
Anche quest'anno a pochi giorni dalla "festa" non si conosce nulla in merito. Fra qualche giorno ci diranno cosa hanno "affrettatamente" scelto e si arriverà al 30 settembre quando "fatta la festa, gabbato lo Santo".
Ma se si voleva richiamare gente nella nostra città per l'occasione, non era il caso di provvedere a divulgare il programma della "festa" durante il periodo estivo?
Ogni anno ripeto la stessa cosa ed ogni anno c'è sempre qualcuno che mi risponde: "hai ragione, l'anno prossimo provvederemo". Intanto continua a provvedere "Romolo".
1 commento:
In realtà "gabbato" è non "il Santo" (figuriamoci) ma "il popolo", anche in tempi di detta o presunta repubblica (ovvero un governo del luogo e dei suoi abitanti per cui dovrebbe avere importanza la res-publica). In realtà "lo popolo" si fa gabbato da sé. Elezioni, anche recenti, insegnano.
E allora, di chi e di cosa dobbiamo ancora stupirci, laddove, a lu Uaste, quinquennio dopo quinquennio, la gente (il demos) continua ad eleggere (e loro dicono che hanno "vinto!") gli stessi marpioni e beoti di sempre?
Certo sperare nel meglio (in un cambiamento, in un ...ravvedimento) è necessario e umanamente inevitabile, ma non ci illudiamo, non ci rammarichiamo più di tanto, se queste ricordate e ampiamente note sono le premesse.
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