Penso che l’Assessore Vincenzo Sputore debba dimettersi e dimostrare l’utilità di tutte quelle capacità che dimostra di avere. Dimostri che quegli incarichi, probabilmente poco remunerati per le sue competenze, sono fonte di reddito anche lontano dalla politica. La domanda è: “Se non fosse stato delegato dal sindaco a seguire la manifestazione, avrebbe lo stesso avuto l’incarico che gli è stato conferito?” Sicuramente si! vista la sua competenza. Ma questo tocca a Lui dimostrarlo, rendendo noti tutti gli incarichi ricevuti prima e dopo quell’evento. Il fatto poi, di aver ottenuto il risultato di portare a Vasto una “porzione” della manifestazione, se realmente dovuto al suo impegno, gli fa onore politicamente e come cittadino vastese, ma non lo giustifica dal fatto di averlo fatto con incarico remunerato.
Il caso di Davide D’Alessandro, è diverso. Lui non ricopre cariche politiche. Non conosco le tariffe professionali dei giornalisti quindi non posso dare giudizi sul suo compenso. Sarebbe comunque interessante conoscere la ragione e la maniera con la quale incarichi di tal fatta vengono affidati. Curricula? Concorso? Forse Intuitu personae (pi’ li cafune: conoscenze)?
Quello che mi preoccupa di più, sta nel fatto che poco rilievo sia stato dato al delicato argomento venuto alla luce. Non mi sembra che sulla stampa o sugli altri mezzi di comunicazione, si sia stato dato eccessivo risalto al caso.
Penso che un tentativo minimo di approfondimento dovrebbe essere affrontato, poiché il cittadino è portato a generalizzare e pensare tutto il “negativo” possibile.
Allora, persone per bene potrebbero essere guardate con ostilità, pur trovandosi dalla parte della ragione. Altre invece potrebbero essere accomunate a coloro che agiscono scorrettamente. Parafrasando De Andrè il cittadino potrebbe dire: “per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti” Io sono convinto che non sia così. Perché fare di tutt’erba un fascio?
1 commento:
Mi scusi, adoro ascoltare De Andrè, ma non ho compreso se la frase è della "canzone del maggio" o della "la mia ora di libertà"
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