Di Giuseppe Franco Pollutri
Quando il nemico, da spazzare via, è soltanto un ombrellone, lasciato
di notte, sulla spiaggia libera
La notizia sui Media è quella
solita e negli anni ricorrente. L’apprendi, la riferisci: qualche commento in
stile del più e del meno, poi tutto ‘ruzzola’
come prima, e via. Tu sai, come tutti, che nulla cambia o è cambiato nella
materia su cui “le forze dell’ordine” periodicamente – per meglio dire: ogni
tanto – si esercitano. Accade d’un tratto, con particolare dispiego di uomini e
mezzi. Nei Media viene detto “un blitz”!
Un intervento inaspettato e rapido di ‘pulizia’ e riordino, nelle cose e fra
gli uomini, nella società e in città, a ripristino di “ordine e legalità”, presuntivamente
…o “tanto per”. Per dire e ricordare che le leggi ci sono, e i tutori della
loro osservanza pure.
Dico dell’atto dimostrativo, come ogni estate, una volta o due, esercitato dalla Capitaneria di porto sulla spiaggia e aree demaniali, volto a reprimere gli abusi, secondo Ordinanza (e tutte le altre leggi), senza che con questo si renda così il territorio, e il vivere collettivo, ‘regolare’ e ordinato. Mi riferisco, parallelamente, ai periodici e del tutto saltuari interventi-sequestri delle merci ‘taroccate e illegalmente importate o fabbricate e poi commercializzate …in pubblica piazza, o aperta spiaggia. A giorni, immagino, lo vedremo e ce lo diranno, straordinariamente effettuato anche da queste parti.
Un modo di intervenire di chi,
per ruolo e funzione, è chiamato e tenuto a far rispettare le leggi, che non
dirò “ad libitum – a piacere”, ma che
ha tanto le caratteristiche della formalità “una tantum” che sicuramente, come nei fatti avviene e si constata,
non costituisce un freno, né un fattivo impedimento, all’abuso, esercitato e
tollerato, giorno dopo giorno, estate dopo estate, governo o amministrazione
civica dopo altra precedente.
Nessuno, tanto meno chi scrive,
può o vuole dolersi più di tanto per quell’ombrellone-e-sdraio lasciato
nottetempo in spiaggia, contravvenendo a regolamenti e disposizioni, e in una
notte (e magari soltanto per quella notte) portato via e in discarica. Sta a
ricordare che “le leggi”, per norma almeno vigenti, vanno rispettate, mentre ti
chiedi comunque del perché – sempre in base all’Ordinanza – altri ab-usi
vengano tollerati da parte di chi, a titolo di Concessionario, si è fatto usufruttuario
incontrollato del suolo/arenile demaniale. Si pensi alla posa di materiali e
installazioni di strutture che dovrebbero porsi e tenersi in uso (come per un
semplice ombrellone, di giorno) solo nella misura prevista e “temporaneamente”
e, invece, lì restano tutto l’anno, anno dopo anno, impunemente.
Non sarò io a dolermi, non almeno più di tanto, che i noti vu’cumprà esercitino abitualmente la loro attività, per più versi abusiva e illegale, in spiaggia e nei lungomare, senza che alcun “tutore dell’ordine” intervenga, o che ad esso venga disposto di farlo, e, soprattutto, in maniera conseguente ed efficace, non solo come atto formalmente dovuto e reso.
Di certo, tutto questo, e queste mie considerazioni, sono volte a sottolineare – “a stigmatizzare”, se possibile – che un tale modo d’agire, estemporaneo e votato al rispetto della forma istituzionale più che della sostanza, rende incivile e permissiva la società tutta. Dà, in buona sostanza, l’idea che il rispetto delle leggi sia cosa da compiere solo se costretti o sanzionati. Diseducazione civile (e umana, non meno) è fatta e continua.
Non sarò io a dolermi, non almeno più di tanto, che i noti vu’cumprà esercitino abitualmente la loro attività, per più versi abusiva e illegale, in spiaggia e nei lungomare, senza che alcun “tutore dell’ordine” intervenga, o che ad esso venga disposto di farlo, e, soprattutto, in maniera conseguente ed efficace, non solo come atto formalmente dovuto e reso.
Di certo, tutto questo, e queste mie considerazioni, sono volte a sottolineare – “a stigmatizzare”, se possibile – che un tale modo d’agire, estemporaneo e votato al rispetto della forma istituzionale più che della sostanza, rende incivile e permissiva la società tutta. Dà, in buona sostanza, l’idea che il rispetto delle leggi sia cosa da compiere solo se costretti o sanzionati. Diseducazione civile (e umana, non meno) è fatta e continua.
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