Un gatto, una chiave, una gazza ... piccoli particolari che, come note aggiunte ad una partitura musicale già compiuta, stanno a sottolineare la cura e la ricerca della perfezione. Questo ho notato ieri sera visitando, la mostra di Gaia Novelli.
In questo periodo storico "invaso" di immagini, in cui ognuno di noi, solo perchè dotato di "telefono" pensa di essere un "artista", scoprire che c'è ancora chi tenta di stupire con la fotografia e ci riesce, mi ha piacevolmente meravigliato.
Giorni addietro, mentre ero in auto fermo ad un semaforo, una persona mi ha invitato a visitare questa mostra, gli ho promesso che lo avrei fatto solo perchè era un "vecchio amico". Invece lo devo ringraziare perchè mi ha dato questo opportunità.
In una serata uggiosa, attraversare il "vicolo che mena alle fornaci dei pentolari" (ora chiamato Vico Moschetto) e rientrare nelle millenarie cisterne - recuperate grazie anche al mio piccolo contributo (professionale) e vive perchè in esse trova spazio l'enoteca "I Due Archi" - per godere di queste belle e tecnicamente perfette immagini, mi ha appagato in maniera rara.
Al di là dell'aspetto artistico-storico-culturale, mi permetto di aggiungere che ho approfittato per assaggiare alcune pietanze della "casa". Tutto molto gustoso, servito dai cordialissimi gestori in un ambiente con illuminazione adeguata e buon sottofondo musicale.
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