martedì 24 gennaio 2012
Zombie
Ieri ho passato una giornata intera tra obitorio e cimitero. Non mi voglio dilungare scrivendo i miei pensieri personali. Tra le tante cose che ho potuto vedere e i tanti pensieri tristi, però, voglio parlare del cimitero di Chieti che ho osservato con attenzione. Una vallata arida ed inospitale dove forse qualcuno avrebbe potuto pensare di realizzare una “discarica” se questa area non fosse a confine col cimitero monumentale della Città. Un luogo che mi viene da paragonare alla nostra “ripa dei ciechi”.
Per ritrovare la tomba di mio zio Ferruccio ho dovuto dare sfoggio di tutte le mie risorse fisiche. Scendere i ripidi viali con pendenze degne della nostra “Diritta”e poi risalirli è stato molto faticoso. Penso a come faranno agli anziani che vogliono portare i fiori ai propri defunti. Osservo le ampie strade interne e immagino che si faranno accompagnare con l’automobile. Altro che “isola pedonale”. Penso che a Vasto vogliono realizzare il nuovo cimitero dalle parti di Aqualand. Lì il terreno, al contrario di Chieti, è fertile, produttivo e perfettamente in piano (ma sono sicuro che si userebbe lo stesso l’automobile per fermarsi davanti alla tomba del caro estinto). Penso al cimitero di Bonifacio in Corsica. Uno stupendo terrazzo sul mare. Oggi ci avrebbero costruito un hotel 100 stelle. Siccome però è aperto a tutti i venti all’epoca hanno pensato bene di usare quell’area come Camposanto. Penso ai tanti piccoli e silenziosi cimiteri dei tanti paesini italiani. Poi, durante il viaggio di ritorno a Vasto … il solito. Il pensiero si rivolge ad altro. Sarà colpa della fame, sarà colpa della cupa strada tra Ripa Teatina e Francavilla, saranno le facce dei camionisti che bloccavano il casello Pescara Sud, mi sono venuti in mente gli zombie. Ma non quelli della notte dei morti viventi.
In questi giorni ho sentito molti zombie della politica nostrana rilasciare dichiarazioni, scrivere articoli, parlare e far parlare di se. Questi morti che camminano, secondo la corrente “mitologia”, sono vittima di una piaga maligna che corrompe i corpi inanimati trasformandoli in creature senza pietà e senza dolore, che per giunta sono in grado di diffondere esponenzialmente la pandemia con un morso. Gli zombie nostrani invece sono solo oggetto di scherno, buoni per Halloween o per Carnevale, capaci di diffondere chiacchiere senza senso. Questi, che si sentono autorità superiori, dovrebbero capire che sono solo “morti” e che una volta “morti” non si può tornare in vita. Gli zombie si muovono, vagano, magari si nutrono, infettano ma sono morti e tali rimarranno.
La spiegazione del fatto che gli zombie non comprendono il loro stato è data dagli stessi autori delle numerose storie inerenti questi “mostri”.
George A. Romero nel suo famoso film, descrive l’eliminazione di uno zombie mediante un preciso colpo al cervello ma non dice che questi anno un cervello “pensante”. Il loro cervello serve a muovere meccanicamente il corpo, magari reminiscenza di esperienze vissute. Nulla più. I nostri zombie della politica, parlano, parlano, parlano ma non seguono filo logico, si contraddicono, non hanno una linea programmatica, non danno un senso a quanto esprimono. Con lo sguardo “smarrito” nel vuoto cercano appigli, appoggi, sostegni ma nessuna proposta concreta, nessuna strada da seguire, magari coloro che conservano un “ricordo” propongono luoghi comuni. Per liberarsi dagli zombie nelle storie come nei film è molto complicato. Bisogna trovare rifugi sicuri e cercare strategie, quasi sempre servono eroi. Nel caso dei “morti che camminano” locali basterebbe tapparsi le orecchie. Io invito a compiere questo gesto coloro che nel mondo della politica, sono o si sentono in buona fede e hanno voglia di fare qualcosa per la nostra Città.
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