I Magi, guidati dai loro
navigatori satellitari, erano giunti quasi alla meta quando, all’improvviso, si
guardarono in faccia e si dissero: “qui non c’è assolutamente campo, come
faremo a trovare la mangiatoia?” Allora si diressero presso la sede di Erode il
quale disse loro: “che volete! I sesterzi sono pochi e non bastano per
provvedere a queste installazioni tecnologiche. Purtroppo da Roma non ci
mandano più finanziamenti e l’IMU se la frega l’Imperatore. Comunque sono a
vostra disposizione. Rimanete con me, passeremo una eccellente notte bianca e
poi una fantasmagorica notte rosa … cosa ve ne importa del Natale! Tutto questo
spreco di lampadine di addobbi …”
I Magi però non lo ascoltarlo e
partirono senza nemmeno salutarlo.
Erode si inalberò alla grande e
ordinò la strage degli innocenti. “Ucciderò la meglio gioventù, distruggerò il
centro storico con tutta la sua storia e le sue tradizioni. Alla faccia loro”.
“Mall’ambe a Ciccille!” disse un
pastore che assistette alla scena. “Dumane chille ariparte e seme nu
c’arimaneme senza quatrine e senz’asene”.
I Magi infatti continuarono il
loro cammino.
Chiesero ad una pastorella se
conoscesse il luogo della mangiatoia ma, mentre questa rispondeva che siccome
c’erano le primarie, con tutta quella confusione dovevano essere più precisi
nella richiesta, come d’incanto, i loro navigatori satellitari ripresero a
funzionare.
Quando arrivarono alla capanna, intanto
che raccontavano la loro storia, entrarono dei teppisti e “tritarono” San
Giuseppe di mazzate. Allora i Magi chiesero a costoro il perché del loro gesto
e questi risposero: “perché non sappiamo cos’è la mirra”.
I “vecchierelli” dissero: “Ma che
posto è questo? Se che vu fa! Arijamejene alla casa nostre”. L’Arcangelo
Gabriele aggiunse: “Signuruà ariate pe elle ca Peppine lu falegname, l’asene, lu
Bambenelle e tutte la Sacra Famaje le
manname all’Eggitte”.
E Erode? …. ma questa è un’altra
storia.
1 commento:
La morale della storia... tutti quanti fan baldoria, tra primarie e chissacché tutti fanno i gran lacché; centrodestra inebetito, viene alzato il medio dito; da sinistra s'ode un canto ma non è che sia un gran vanto, chi governa ronfa e dorme, sta perdendo le sue forme. A lu Uast', sent' a me, ciarivò l' fija sé!
Massimo
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