Finalmente ci si incomincia a "schiodare" dalla solita "minestra". Gli ottimi ingredienti della "tradizione" possono essere usati per realizzare gustosi "piatti", così da non generare solite e comuni sensazioni. Questa cosa la "predico" da sempre ma sono in pochissimi a comprendermi.
Lo spettacolo che ho visto la scorsa sera, a mio modo di vedere, merita un plauso già per la voglia di proporre cose nuove. Del resto già nella proposta dello scorso anno avevo evidenziato il timido tentativo di cambiamento da parte di Francescopaolo Sorgente. L'accostamento della "lingua vastarola" ai testi di Giorgio Gaber sembrerà ai "puristi" del luogo una azione di presunzione, invece è per me una grande idea, anche da imitare. Certo ci sarà ancora molto da lavorare e magari operare qualche taglio, tuttavia sono sicuro che questa estate anche molti "turisti" si avvicineranno alla recita in "vernacolo" locale.
Non voglio dilungarmi oltre ma devo ringraziare il gruppo "La Cungarelle", oltre che per la bravura di tutti i suoi componenti (tranne uno, ma solo perché mi sta antipatico personalmente), per avermi fatto riascoltare la voce di Ida Pepe, che non ascoltavo dai tempi dell'oratorio e quella gradevolmente graffiante di Paola De Fanis che con le sorelle potrebbe formare il gruppo delle "Pointer Sisters Vastarole".
A proposito: non mi è sfuggita la "ripetuta" citazione del titolo della mia canzone "Rusé Rosina".
Saluti a Aldo.
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