Premesso che il "trabocco" è un'opera spontanea, storicamente costruita con legname e materiali di risulta recuperati dopo le mareggiate, proprio per questo tipo di caratteristica, per la costruzione non può essere redatto un progetto esecutivo ma solamente di massima, che indichi in linea di principio, le dimensioni, gli ancoraggi, l'impatto con l'ambiente eccetera. Per la costruzione di questa opera, che ha la precisa funzione di "macchina da pesca", bisogna prevedere un attracco alla terra ferma e questo attracco non può essere collocato in luoghi dove potrebbe essere sommerso dalle maree.
Quanto sopra, il sindaco di Vasto, che si è apprestato a smentire un articolo apparso sulla pagina di "Chieti" (non di Vasto) con un accenno sulla prima pagina de Il Centro, non lo sa. Come non conosce le regole in merito alle norme per l'abbattimento delle barriere architettoniche o sulla sicurezza (ma in questo secondo caso non "voglio", in questa sede, addentrarmi).
Voglio ringraziarlo per aver, seppur indirettamente, risposto ad un mio intervento, dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, la sua incompetenza.
Quando nella sua risposta a Il Centro dice: " ... e dallo stesso Comune che avrebbero permesso, comunque, la fruizione dell'opera anche da parte dei portatori di handicap", mi viene automatico rispondere che il proprietario disabile del trabocco non ha un padre così importante da permettergli di "camminare sulle acque" ma penso sia una battuta troppo "importante" per sprecarla così.
Anche la parola "indignazione" è importante e non andrebbe usata per "un'opera realizzata su uno scoglio di proprietà pubblica", poiché ce ne sono ben altre di opere di cui i cittadini si "indignano"; ma lei sindaco in merito queste non sente il dovere di intervenire.
Vuole che inizi l'elenco?
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