Una ironica quanto amara canzone di Modugno si ascoltava tanti anni fa e in tanti cantavamo: "il vecchietto dove lo metto". A Vasto si sa le cose vanno a rilento e quindi sono dovuti passare tanti anni per porci questa domanda. Capirete bene che, come il cantante di Volare, sto "amaramente" scherzando sulla notizia di questi giorni in merito alla possibile (e quando in Italia si dice "possibile", la cosa è sicura) chiusura di Sant'Onofrio.
Un'altra perla di una collana ormai infinita di "sconfitte" di questa città.
Tutti sapete che io ce l'ho a morte con il primo cittadino, la sua incapacità di amministratore, il vuoto assoluto rispetto al futuro della nostra città. Mi chiedo tuttavia: "può un uomo solo, magari circondato da consiglieri ancora più scarsi di lui, essere la causa di tutti i mali?"
Io penso che la colpa più grave sia la nostra.
Siamo noi che, ogni volta, scegliamo una classe "dirigente" inadeguata. Siamo noi che pensiamo esclusivamente al nostro orticello presente, non sappiamo riconoscere e valorizzare le risorse collettive a disposizione, ci accorgiamo del nostro "patrimonio" solo quando questo si "assottiglia".
Era successo col "Carlo Della Penna", sta succedendo con le vecchie "carceri", con l'ex "Scuola d'Arte" e, aggiungo io, col mercato di Santa Chiara e con l'ospedale. Ma già in passato era successo con l'Istituto "Genova-Rulli" a Punta Penna e andando indietro con la demolizione della Chiesa di San Pietro e tanto altro.
Ora siamo pronti a "piangere" su Sant'Onofrio. Ma cosa proponiamo? Abbiamo la forza di reagire?
Penso di no. Se ne parlerà per qualche tempo, poi torneremo ai "problemi" quotidiani e fra qualche anno i giovani che verranno si recheranno in quel luogo cadente, armati di "attrezzature fotografiche", come fanno oggi per Palazzo Genova-Rulli, per le antiche Ville dei d'Avalos o come per il vecchio orfanotrofio di Punta Penna, e diranno .....
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