Ho letto da più parti che le
feste Patronali di quest’anno sono state un “flop”. Sarà che sono stranamente "sereno" in questo periodo ma non mi è sembrato.
Sicuramente l’amministrazione
comunale non ha fatto le cose per bene. Come al solito ci ha messo del suo per
“disorganizzare” il tutto, tuttavia la festa di San Michele ha avuto tutti gli
“ingredienti” necessari: le giostre, le luminarie, la banda, il “cantante”, i
fuochi artificiali e le bancarelle.
Certo continuare a collocare le
giostre al Cimitero non è il massimo per svariati motivi. Certo la cassa
armonica dentro al cortile di Palazzo d’Avalos sembrava quasi un castigo per le
(ottime) bande musicali che si sono esibite. Certo le luminarie, rispetto ad
altri anni, sono sembrate meno appariscenti. Certo, la pur brava Alexia, non
era l’attrazione che ci si aspettava e il palco per la sua esibizione poteva
essere collocato altrove. Certo la processione del Santo, come da qualche anno,
è stata ridotta nel percorso e costretta a slalom tra palchi, bancarelle ed
auto. Certo i fuochi artificiali a tanti sono sembrati “i soliti”.
Tutto questo però non mi mette in
condizione di dire che la “festa” è stata un flop.
Partiamo dalla “cosa” principale:
la partecipazione alle funzioni religiose. Ho visto tanta gente alle messe,
anche se di lunedì e di martedì, e tanta gente al seguito della processione.
Per quanto riguarda il “resto”,
non si sono viste le folle di giovinastri delle notti “colorate”, quelle che
vomitano, orinano e schiamazzano tutta la notte, ma ho visto tante famiglie,
bambini e anziani pacatamente riempire la piazza.
A mio giudizio personale le luminarie erano “eleganti”.
Qualcuno dice: “a cosa servono?” Rispondo che servono a dare l’immagine della
festa. E’ una delle poche tradizioni del meridione d’Italia che ancora resiste,
teniamocela. Così come dobbiamo con tenacia mantenere la tradizione delle bande
musicali. Quando si ha la possibilità di ascoltare questo tipo di musica se non
in queste occasioni?
Le bancarelle, dove non si
vendono più gli “zinnannà” o altri giochini “attesi” dai bambini per
l’occasione, ma “cianfrusaglie” comuni, quelle si che pur facendo parte della
tradizione andrebbero “rivisitate”.
Se le giostre fossero state
collocate in centro (e lo spazio c’è) il movimento e la partecipazione della
gente sarebbe apparsa maggiore.
Ho scritto in altre occasioni che
la riuscita delle manifestazioni viene giudicata dallo “ciaccacciacche” (la
folla che si pesta i piedi) ma non deve essere così.
Se la festa del Santo Patrono
capita di lunedì e chi vi partecipa è “sereno”, vuol dire che è stato un
successo, non un flop.
Parlare di flop in queste occasioni, significa insinuare un tarlo nella gente, significa: "aboliamo le anacronistiche Feste Patronali".
Non va bene! Abbiamo già cancellato troppo di Vasto. Lasciateci almeno queste.
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