martedì 19 ottobre 2010
Aspettando il Sigma Siv.
Osservando la realtà che ci circonda appare difficile distinguere qualcosa che ricordi una condizione di equilibrio. Il mutamento sembra sempre presente: una sorta di caratteristica, intrinseca, inevitabile della nostra vita. La città nasce, si moltiplica, declina e decade; aree che una volta erano ricche adesso soffrono, mentre altre precedentemente povere si trovano in fase di rapido sviluppo. Vasto, nella situazione attuale, dove riteniamo di poterla collocare?
Lo sviluppo turistico stenta a decollare a causa dei troppi, ma per certi versi giusti, vincoli posti al territorio in attesa di una pianificazione definitiva, errori urbanistici legati a scelte passate e, se vogliamo, anche per una mancanza di specifiche qualità professionali. L’area industriale non si espande a causa del “congelamento” di possibili nuove iniziative, dovuto alla (per molti) sciagurata scelta del sito in cui questa area è stata ubicata e la ventilata idea di una “delocalizzazione” di questo sito. - Diremo però, a difesa del “pianificatore” dell’epoca, che un’area adiacente al porto, con una stazione ferroviaria ed un casello autostradale in prossimità, con un corso d’acqua (sia pur minimo) al suo interno, considerata anche la scarsa attenzione riservata allora all’ambiente ed alle bellezze naturalistiche, non poteva che essere considerata, valutati costi e benefici, la migliore. - Con l’agricoltura ormai quasi scomparsa come l’artigianato ed il terziario inviluppato in se stesso, con i servizi ed uno standard di vita che non possono “retrocedere”, l’unica ancora di salvezza è apparsa ai politici “illuminati” l’edilizia. Salvo poi accorgersi che questa stava ed ancora sta distruggendo ogni risorsa “vera” del territorio, oltre che rendere di difficile comprensione e soluzione ogni problematica inerente i collegamenti, le comunicazioni, la viabilità, il commercio, la scuola, il trasporto urbano, la raccolta dei rifiuti, le reti fognarie, la pubblica illuminazione ed ogni servizio in genere. Sarebbe il caso di dire: “ e chi più ne ha più ne metta” ma non è così. Il tempo delle chiacchiere è finito ora è tempo di una “pianificazione” seria. Analisi approfondita della situazione, pletora di soluzioni, scelta di quella ottimale. Basta con la “Torre di Babele” basta con improvvisazioni dettate quasi sempre da “speculatori” senza scrupolo ed applicate da una politica “analfabeta”. Esistono ormai da tempo scienze “quasi” esatte inerenti l’argomento, basta decidere che modello di sviluppo “desideriamo”.
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