Il sindaco dimissionario (fino a questo momento) sta mettendo in atto, ai danni della Città del Vasto, un ricatto del tipo “o mi ricandidate o sfascio tutto”. Dopo l’incontro avvenuto in quella che già cominciano a chiamare “l’Arcore di via San Biagio”, emerge tutta la prepotenza di una persona che, giocando sulla dialettica, cerca di far passare come un atto a favore della cittadinanza quello che invece è un vero sopruso nei confronti di questa. Con le sue dimissioni non ha pensato ai problemi che causa alla città ma solo al suo tornaconto.
Prova numero 1. Oggi (15.2.2011) era convocato un’importante Consiglio Comunale per analizzare il dissesto della sanità che impatta in maniera devastante su Vasto. Lui era formalmente presente, ma tutti i consiglieri di maggioranza (a questo punto moralmente colpevoli quanto lui) erano assenti, dimostrando così un totale disprezzo dei problemi della gente.
Prova numero 2. Se possibile ancor più grave, il Presidente del Consiglio Comunale causa mancanza del numero legale, non ha potuto formalmente informare il Consiglio Comunale delle dimissioni del Sindaco, per cui ai sensi dell’art. 53 co. 3 tuel non è ancora iniziato il conteggio dei 20 giorni entro i quali lui deve confermare o ritirare le sue dimissioni. Ancora un atto subdolo di ricatto al suo partito a danno della città che lui dice di amare.
È orribile fare lotta politica utilizzando l’amministrazione della città, soprattutto facendo credere al cittadino che si sta operando per il suo bene.
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