Questa mattina, non avevo alcun motivo per arrabbiarmi. Poi ho letto la notizia su una mostra a Roma e mi sono arrabbiato molto, direi "incazzato come una bestia". Per colpa di "qualcuno" ho dovuto interrompere i contatti con importanti personalità del mondo culturale anglosassone. Mi vergogno di contattarli visto il comportamento di certi personaggi locali nei loro confronti.
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna annuncia una importante mostra dedicata al rapporto di fascinazione fra l’arte inglese del XIX secolo e la cultura artistica italiana, dal “gusto dei primitivi” al pieno Cinquecento, partendo dai paesaggi di ispirazione italiana di William Turner, attraverso gli studi di John Ruskin su cicli pittorici, monumenti e architetture.
A distanza di 25 anni dalla fortunata retrospettiva dedicata a Burne-Jones, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna torna con una grande mostra sull’arte inglese del secondo Ottocento in cui sono esposte più di 100 opere, provenienti da prestatori privati e musei internazionali, molte delle quali per la prima volta in Italia.
Il nucleo principale della rassegna comprende i preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones, William Morris e indaga la particolare declinazione del classicismo nell’ambito della Royal Academy operata da artisti come Frederic Leighton e da rappresentanti della cultura estetica e simbolista come George Moore , George F. Watts e John William Waterhouse.
La mostra è curata da Maria Teresa Benedetti, Stefania Frezzotti, Robert Upstone.
Nella foto Robert Upstone con un buon bicchiere di vino "Del Casale".
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