Ora non si può più chiedere una cosa e dopo qualche anno "accusare" altri di chiedere altrettanto. Ognuno si "gira la minestra" come vuole. Tanto la "gente" è disinformata. Tanto la gente dimentica. Tanto la gente vota per moda. Tanto la gente ...
Lei non lo ricorda ma quello era il referendum abrogrativo dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Il suo finto moralismo non solo é ridicolo ma si dovrebbe perfino vergognare di paragonare questa tornata elettorale a quello atto vile volto all'abrogazione di un diritto.
Per lei tutto fa brodo pur di fare polemica strumentale ma quando é troppo é troppo!
Pensi prima di parlare e la smetta di fare il "contro" solo per dstinguersi dalla massa amorfa della politica (cafona e analfabeta) vastese.
La dovete smettere di dire agli altri che si devono vergognare. Io non sono entrato nel merito ma ho usato quel "ricordo" per criticare i comportamenti nella (e della) politica. Carissmo Signor Ell, ridicolo sarà lei mentre io mi sono rotto delle critiche gratuite. Quando volete (lei e quelli come lei) un confronto sono pronto ma a voce e con ... un nome. La massa amorfa cafona e analfabeta della politica vastese è quella votata da lei gentile Signor Ell. Io mi distinguo perchè ci metto la faccia, il nome e la passione.
Cioè, secondo Ell, non è vero, come dice Napolitano e Bersani, che andare a votare è un dovere. Infatti ci sono quesiti dove NON andare a votare è un dovere. E c'è un giudice supremo, probabilmente lo stesso Ell, che stabilisce quando è un dovere e quando non lo è. Ma Ell dimentica anche quale fosse il quesito, tanto infervorato a giudicare i buoni e i cattivi (oltre all'Architetto adesso ci sarò anch'io). Il referendum non era per l'abrogazione dell'Art.18, ma per la sua estensione anche alle piccole aziende. Lo slogan dei promotori era "Art.18 per tutti".
Votò il 25% degli aventi diritto, e 87% si espresse per il SI.
Quando si tratta di elezioni io sono sempre per andare a votare al di là degli umori dei vari partiti. È in ogni caso una conquista democratica che non va sprecata.
Alessandro, giusto in linea di principio; ma se stiriamo l'assunto, cioè la partecipazione attiva misura la democrazia, dovremmo rivedere molti giudizi. Ad esempio sulla Svizzera o negli States. E che dire dell'elezione del sindaco di Napoli, eletto dal 65% del 51% degli elettori. Se non attribuiamo un significato all'astensione (malessere, disaffezione, protesta, ecc.) potremmo dire che c'è poca democrazia in giro per il mondo.
In più, paradossalmente, le alte partecipazioni sono definite "bulgare", cioè tipiche di quesgli Stati totalitari dove c'è l'obbligo di fatto di andare al seggio.
Sul piano pratico, potremmo dire che sempre il voto è un'espressione autonoma di giudizio, o in qualche caso è il semplice allineamento alle disposizioni del partito di riferimento? A destra come a sinistra, ovviamente.
Cicco, non credo che sia tanto la partecipazione attiva a misurare la democrazia, quanto la possibilità di partecipare. Ovviamente ci sarà chi è più attivo e chi preferisce lasciarsi governare. Per questa ragione il voto a Napoli, a Vasto, negli USA pur con un numero ridotto di votanti ha valore decisionale e democratico: c'è stata la possibilità di esprimere una volontà.
Alessandro, in questi giorni la notizia che un misterioso virus si annidasse nei cetrioli spagnoli e tedeschi, ha creato un panico generale causando qualche centinaio di milioni di danni agli agricoltori, Se in quei giorni, in ipotesi, fosse stato chiesto ai cittadini se fossero d'accordo a bloccare le importazioni di ortaggi, molto probabilmente sarebbe stato un plebiscito per il SI. Ma sarebbe stato un risultato ragionato, coerente con la realtà oppure frutto della psicosi irragionevole? Quale arma avrebbero avuto coloro che sapevano come stavano effettivamente le cose, se non quella di sperare nel quorum insufficiente? Fare due referendum sul nucleare, uno subito dopo Cernobyl e l'altro subito dopo Fukushima, siamo certi esprimano il pensiero ragionato degli italiani? Quali possibilità avrebbero i sostenitori andando a votare di fronte al muro della psicosi? E della disinformazione? Si riporta il parere, tra l'altro non proprio esplicito, del Nobel Rubbia che critica il nucleare e pochi citano il Prof. Zichicchi, già Presidente dell'Associazione mondiale degli Scienziati che invece è favorevole (per correttezza aggiungo che Zichichi ha dichiarato di votare SI per l'acqua). La mia unica possibilità, di fronte a questo fuoco di sbarramento, è solamente quella di non far raggiungere il quorum. Ed è una decisione ragionata e partecipata.
Ribadisco, è un fatto positivo che ci sia la possibilità di partecipare. Non è tanto la partecipazione che è importante, quanto la possibilità che si possa partecipare. Poi secondariamente aggiungo: perché non partecipare? Il referendum dà la possibilità di esprimersi anche con un No.
Cicco ma lei sa chi é Zichicchi? Lasci stare io son del settore, e Antonino lo conosco fin troppo bene.
Premetto che io sono per il Si. Ma perché? Perché abbiamo un ritardo pazzesco nel nucleare, perché le prime centrali saranno pronte tra 10 anni (e quindi demolite dal futuro governo di centro-sinistra), perché in sostanza la corsa al nucleare senza un piano di economia energetica é folle.Ovviamente quest'ultimo problema é l'unico che dovrebbe far riflettere sulle ragioni del No: se votiamo Si a prescindere e non ci preoccupiamo del futuro siamo ugualmente fregati, sta alle forze promotrici dell'abrogazione sostenere con azioni legislative alternative serie. Questo per lo meno ci si aspetterebbe da una politica proba.
A fp: io le ho messo De Filippo in un film di De Sica lei mi rispone con una francescopaolata che quindi scivola via come acqua e sapone. E per fortuna che é così e che si salva dal rischio di querela (che d'altronde IO povero non potrei sostenere..). In quanto ad offendere gli elettori lei é come il Berlusconi (ed ovviamente é una pratica solo italiota!)
Così come non ho capito perchè se l'invito a non votare al referendum quando viene da destra non va bene quando invece viene da sinistra si può fare, non capisco perchè una offesa fatta citando Eduardo-De Sica è diversa da una "francescopaolata". Signor Ell, lei non mi querela perchè io ho offeso una "astrazione" non una persona fisica. Io, che invece sono una persona con tanto di nome e cognome e soprattutto di faccia, non lo faccio perchè "Lei" semplicemente non esiste. Con questo ho finito.
Giuseppe D'Adamo per servirLa (perché é questo che si aspetta dai cittadini evidentemente), vada in caserma e mi vada a querelare per lesa maestà! Oppure veda se esista il crimine di non essere prono ad un non eletto coordinatore di apv.
MALA TEMPORA CURRUNT! Sulla differenza tra lei e De Sica-De Filippo lascio correre... I suoi insulti restituiscono la sua statura, altra cosa che la accomuna a Berlusconi peraltro.
16 commenti:
Lei non lo ricorda ma quello era il referendum abrogrativo dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Il suo finto moralismo non solo é ridicolo ma si dovrebbe perfino vergognare di paragonare questa tornata elettorale a quello atto vile volto all'abrogazione di un diritto.
Per lei tutto fa brodo pur di fare polemica strumentale ma quando é troppo é troppo!
Pensi prima di parlare e la smetta di fare il "contro" solo per dstinguersi dalla massa amorfa della politica (cafona e analfabeta) vastese.
La dovete smettere di dire agli altri che si devono vergognare. Io non sono entrato nel merito ma ho usato quel "ricordo" per criticare i comportamenti nella (e della) politica. Carissmo Signor Ell, ridicolo sarà lei mentre io mi sono rotto delle critiche gratuite. Quando volete (lei e quelli come lei) un confronto sono pronto ma a voce e con ... un nome. La massa amorfa cafona e analfabeta della politica vastese è quella votata da lei gentile Signor Ell. Io mi distinguo perchè ci metto la faccia, il nome e la passione.
Cioè, secondo Ell, non è vero, come dice Napolitano e Bersani, che andare a votare è un dovere.
Infatti ci sono quesiti dove NON andare a votare è un dovere. E c'è un giudice supremo, probabilmente lo stesso Ell, che stabilisce quando è un dovere e quando non lo è.
Ma Ell dimentica anche quale fosse il quesito, tanto infervorato a giudicare i buoni e i cattivi (oltre all'Architetto adesso ci sarò anch'io).
Il referendum non era per l'abrogazione dell'Art.18, ma per la sua estensione anche alle piccole aziende.
Lo slogan dei promotori era "Art.18 per tutti".
Votò il 25% degli aventi diritto, e 87% si espresse per il SI.
Sentite cosa diceva Bersani nel 2009 a proposito della privatizzazione dell'acqua:
http://www.youtube.com/watch?v=tCULZ48ECk4&feature=player_embedded
Architetto, può inserire anche questo video in prima pagina?
Quando si tratta di elezioni io sono sempre per andare a votare al di là degli umori dei vari partiti. È in ogni caso una conquista democratica che non va sprecata.
Non inserisco il video perchè per me questo e quello ... pari sono.
Alessandro, giusto in linea di principio; ma se stiriamo l'assunto, cioè la partecipazione attiva misura la democrazia, dovremmo rivedere molti giudizi. Ad esempio sulla Svizzera o negli States.
E che dire dell'elezione del sindaco di Napoli, eletto dal 65% del 51% degli elettori.
Se non attribuiamo un significato all'astensione (malessere, disaffezione, protesta, ecc.) potremmo dire che c'è poca democrazia in giro per il mondo.
In più, paradossalmente, le alte partecipazioni sono definite "bulgare", cioè tipiche di quesgli Stati totalitari dove c'è l'obbligo di fatto di andare al seggio.
Sul piano pratico, potremmo dire che sempre il voto è un'espressione autonoma di giudizio, o in qualche caso è il semplice allineamento alle disposizioni del partito di riferimento? A destra come a sinistra, ovviamente.
Carissmo Signor Ell, ridicolo sarà lei mentre io mi sono rotto delle critiche gratuite... E lei lo dice?
http://www.youtube.com/watch?v=gkrnK0igAP0
Cicco, non credo che sia tanto la partecipazione attiva a misurare la democrazia, quanto la possibilità di partecipare. Ovviamente ci sarà chi è più attivo e chi preferisce lasciarsi governare. Per questa ragione il voto a Napoli, a Vasto, negli USA pur con un numero ridotto di votanti ha valore decisionale e democratico: c'è stata la possibilità di esprimere una volontà.
Caro Ell, per mettermi al tuo livello ti rispondo: "a te a mammete e a sorete. A tuo padre no, perchè potrebbe non essere tuo padre".
Vuoi la rissa?
Alessandro, in questi giorni la notizia che un misterioso virus si annidasse nei cetrioli spagnoli e tedeschi, ha creato un panico generale causando qualche centinaio di milioni di danni agli agricoltori,
Se in quei giorni, in ipotesi, fosse stato chiesto ai cittadini se fossero d'accordo a bloccare le importazioni di ortaggi, molto probabilmente sarebbe stato un plebiscito per il SI.
Ma sarebbe stato un risultato ragionato, coerente con la realtà oppure frutto della psicosi irragionevole?
Quale arma avrebbero avuto coloro che sapevano come stavano effettivamente le cose, se non quella di sperare nel quorum insufficiente?
Fare due referendum sul nucleare, uno subito dopo Cernobyl e l'altro subito dopo Fukushima, siamo certi esprimano il pensiero ragionato degli italiani?
Quali possibilità avrebbero i sostenitori andando a votare di fronte al muro della psicosi? E della disinformazione?
Si riporta il parere, tra l'altro non proprio esplicito, del Nobel Rubbia che critica il nucleare e pochi citano il Prof. Zichicchi, già Presidente dell'Associazione mondiale degli Scienziati che invece è favorevole (per correttezza aggiungo che Zichichi ha dichiarato di votare SI per l'acqua).
La mia unica possibilità, di fronte a questo fuoco di sbarramento, è solamente quella di non far raggiungere il quorum.
Ed è una decisione ragionata e partecipata.
Ribadisco, è un fatto positivo che ci sia la possibilità di partecipare. Non è tanto la partecipazione che è importante, quanto la possibilità che si possa partecipare.
Poi secondariamente aggiungo: perché non partecipare? Il referendum dà la possibilità di esprimersi anche con un No.
Cicco ma lei sa chi é Zichicchi? Lasci stare io son del settore, e Antonino lo conosco fin troppo bene.
Premetto che io sono per il Si. Ma perché? Perché abbiamo un ritardo pazzesco nel nucleare, perché le prime centrali saranno pronte tra 10 anni (e quindi demolite dal futuro governo di centro-sinistra), perché in sostanza la corsa al nucleare senza un piano di economia energetica é folle.Ovviamente quest'ultimo problema é l'unico che dovrebbe far riflettere sulle ragioni del No: se votiamo Si a prescindere e non ci preoccupiamo del futuro siamo ugualmente fregati, sta alle forze promotrici dell'abrogazione sostenere con azioni legislative alternative serie. Questo per lo meno ci si aspetterebbe da una politica proba.
A fp: io le ho messo De Filippo in un film di De Sica lei mi rispone con una francescopaolata che quindi scivola via come acqua e sapone. E per fortuna che é così e che si salva dal rischio di querela (che d'altronde IO povero non potrei sostenere..). In quanto ad offendere gli elettori lei é come il Berlusconi (ed ovviamente é una pratica solo italiota!)
Così come non ho capito perchè se l'invito a non votare al referendum quando viene da destra non va bene quando invece viene da sinistra si può fare, non capisco perchè una offesa fatta citando Eduardo-De Sica è diversa da una "francescopaolata". Signor Ell, lei non mi querela perchè io ho offeso una "astrazione" non una persona fisica. Io, che invece sono una persona con tanto di nome e cognome e soprattutto di faccia, non lo faccio perchè "Lei" semplicemente non esiste.
Con questo ho finito.
Giuseppe D'Adamo per servirLa (perché é questo che si aspetta dai cittadini evidentemente), vada in caserma e mi vada a querelare per lesa maestà! Oppure veda se esista il crimine di non essere prono ad un non eletto coordinatore di apv.
MALA TEMPORA CURRUNT! Sulla differenza tra lei e De Sica-De Filippo lascio correre... I suoi insulti restituiscono la sua statura, altra cosa che la accomuna a Berlusconi peraltro.
... e io ci stavo pure a perdere tempo!
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