giovedì 21 luglio 2011
Fosso Marino ... Principe Torlonia Cercasi.
Durante uno dei miei soliti viaggi a Roma, come spesso mi succede guardando il paesaggio, mi sono messo a pensare. Questa volta mi sono soffermato sul quello che una volta era un lago ed ora è la “Conca del Fucino”.
Nel 1854, Alessandro Torlonia decise di avviare una delle più imponenti opere del tempo: essiccare il lago Fucino. I lavori per il prosciugamento iniziarono nel 1855 sotto la direzione dell'ingegnere svizzero Frantz Mayor de Montricher, morto nel 1858 e furono continuati dall'ingegner Enrico Bermont, al quale nel 1869 successe l'ingegner Alessandro Brisse, che li portò a termine nel 1876 anche se la fine ufficiale fu decretata il 1 ottobre 1878. L'opera consistette nel prosciugamento, la bonifica e la realizzazione di una fitta rete di canali lunga 285 chilometri, 238 ponti, 3 ponti canali e 4 chiuse. L'impegno profuso, le risorse economiche e i 4.000 operai al giorno utilizzati, fecero conferire a Torlonia il titolo di principe e una medaglia d'oro, e all'ingegner Alessandro Brisse l'onore di un monumento al cimitero Verano di Roma.
Naturalmente il mio pensiero non si ferma mai alla semplice cognizione. Il caso del Fucino infatti mi ha fatto riflettere su Fosso Marino. Da quanto sono nato, ho sempre sentito parlare di questo problema. Ma se è un problema perché non si risolve? Io, in cambio di una semplice tomba nel cimitero di Vasto sarei pronto anche ad impegnarmi nella progettazione e nella direzione dei lavori inerenti la soluzione di questo problema. Ammesso che problema sia. Certo! Perché la miopia di “certi ambientalisti” e la totale inettitudine di tanti amministratori di cui questa città si è fregiata ed ancora si fregia, porta a parlare di Fosso Marino solo in estate. Allora mi viene da affermare: “Fosso Marino non è un problema”.
Se gli “ambientalisti” prendessero a cuore “anche” questo ambito di litorale, penso che potrebbero fornire adeguate e soprattutto diverse soluzioni. I solerti (a parole) amministratori potrebbero “litigare” su soluzioni concrete, non su chiacchiere e vaghi pensieri. Alla fine il problema, ammesso che di problema si tratti, troverebbe soluzione.
Forse che il “Fratino” non nidifichi in prossimità di quello che in caso di pioggia, diventa un torrente che traccia un solco dove trova meno resistenza e potrebbe travolgere le sue uova? Forse che, non avendo aree da dedicare allo sport, si punti ad avere tra i nostri giovani qualche campione di salto in lungo, previo allenamento nel salto di Fosso Marino? … Forse che la “bandiera blu” sia diventato un peso da cui liberarci?
A seguito delle lotte contadine del secondo dopoguerra, la riforma agraria del 1950 assegnò i terreni agricoli del Fucino ai residenti dei comuni limitrofi e a coloni provenienti dalla costa insediatisi a seguito del prosciugamento, si trattava di 5.000 famiglie senza terra. Il latifondista Torlonia abbandonò i possedimenti e nacque l'Ente Fucino. Il lago Fucino prosciugato è costituito da 14.005,90 ettari di terreno agrario, suddivisi in 497 appezzamenti di 25 ettari ciascuno.
La nostra spiaggia è da troppi anni in mano ai “Torlonia” di turno, ma questi non sono “signori” come il Principe Alessandro e non esiste un “Ente Mare”, un “Ente Spiaggia”, un “Ente Costa”, un Ente … chiamatelo come volete.
Forse è meglio così, tuttavia mi piacerebbe che il sindaco dichiarasse: “Se entro la prossima estate non avremmo risolto il 'problema' di Fosso Marino, mi … dimetto".
Le notizie storiche sono tratte da: “Aria di vetro. Astronomia e non solo”.
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