Due famiglie possedevano in
comproprietà una vacca. Vivevano del suo latte e dei derivati di questo. Addirittura,
durante le fredde notti invernali, si riscaldavano dormendo nello stesso
ambiente dove tenevano questo animale. Usavano il letame prodotto per concimare
un minuscolo orto che pur qualche raccolto dava.
Le famiglie però crescevano e
quanto prodotto dalla vacca non bastava più. La fame era tanta e il capo di una
famiglia propose di uccidere la vacca così da produrre bistecche ed altri prodotti.
Il capo dell’altra famiglia si opponeva a questa operazione poiché riteneva che
non avendo ulteriori risorse, una volta consumato quanto ricavato dalla
macellazione della vacca, non avrebbero più avuto di che campare.
Dopo varie discussioni anche violente
decisero di mettere ai voti la decisione.
La prima famiglia era formata da
più componenti rispetto alla seconda però anche in quest’ultima si soffriva la
fame.
Il responso dell’urna fu quello
di macellare la vacca.
Decisione presa, si procedette all’operazione.
Delle carni della vacca si nutrirono tutti e qualcuno realizzo anche capi
d’abbigliamento e scarpe con il cuoio. Addirittura con le corna e gli zoccoli
si produssero dei giocattoli per i bambini. Una festa!
Come prevedibile però una volta consumato
tutto quanto prodotto, finanche le ossa utilizzate per il brodo, nessuno sapeva
come fare per procurarsi il minimo necessario per vivere. Anche il piccolo orto
era inaridito e i semi che si erano procurati scambiando le scarpe ed i
giocattoli per questi non producevano a sufficienza.
Nessuno poteva lamentarsi di
quanto accaduto poiché la decisione era stata presa democraticamente. Anche chi
aveva votato contro l’abbattimento della vacca doveva subire quello stato,
poiché anch’egli aveva “goduto” del risultato, mangiando e soprattutto perché
non aveva saputo proporre alternative all’abbattimento della vacca.
Morale della favola: la
democrazia vale se ….. (riempite i puntini).
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