Evidentemente c'è un disegno dietro.
Vasto, la seconda città più grande della provincia di Chieti, deve avere come
modello di sviluppo paesini, magari nobilissimi, ma di taglia inferiore,
situati prevalentemente nell'entroterra. Se incarichiamo un Cervellati per il
piano del centro storico, otteniamo la genialata che dice: “dobbiamo rimettere
le botteghe artigiane che espongono la mercanzia sulla strada”. Se facciamo
un'iniziativa estiva ci ritroviamo con le notti bianche o rosa. Se animiamo
piazza Rossetti vuol dire che chiamiamo le bancarelle con l'immancabile e
affollatissimo punto Folletto. E quindi, se pensiamo ad un piano per il
commercio, ci ritroviamo con un numero oramai imprecisato di negozi della media
distribuzione. Tutti uguali, che vendono gli stessi prodotti di discount oppure
di marchi di proprietà della grande distribuzione. Proprio non c'è la capacità
di pensare in grande. Proprio non si riesce ad immaginare come e dove fare un
grande centro commerciale caratterizzato in maniera tale da “qualificare”
un'area. Una realtà che possa richiamare non folle, ma persone invogliate a
venire in una città che ha qualcosa da offrire. Un “richiamo” che funzioni
anche da motore per il rilancio delle attività esistenti. Gli amministratori di
Vasto, invece, hanno in mente di offrire altro. E quando pensano in grande,
oltre alle teleferiche, pensano alle città dormitorio da fare con la scusa del
nuovo ospedale. Quando l'ospedale (che non c'è e non ci sarà) ci sarà, toccherà
fare anche un'altra colata di cemento per costruire delle case intorno ad esso.
E allora perché aspettare? Per il rilancio della nostra città, per risolvere il
problema della mancanza di lavoro: “facciamo costruire case”. Case che
resteranno vuote come le tante che già abbiamo in città. Case da “vendere” non
case da “abitare”. Tuttavia in questa breve attesa vogliate gradire capannoni
prefabbricati destinati alla “media” distribuzione. Ma è questo quello che vogliamo per Vasto? Un
posto mediocre per gente mediocre? Io credo che possiamo valere di più. Valiamo
di più.
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