Di
quando, con l’artista Tommaselli da Benevento, il dirmi ‘del Vasto’ non mi fu di
vantaggio alcuno ma d’inevitabile disdoro
Certo
che vedere, ed anzi di poter rivedere, anche soltanto per immagine, la
sentinella fanciulla di Antonio Tommaselli che sta lì (o meglio, stava), come
per un leggero passo di danza, fra le nuvole e sul lunato nostro golfo e mare,
m’è parso bello... Rattristante, per duplice motivo, non meno.
Dice
bene l’Archidadamo del Vasto: “Fu per
mia iniziativa, e ve ne chiedo il merito”! Con quali difficoltà espositive e in
quali miserevoli condizioni relazionali l’artista abbia potuto allora esporre
le sue opere nella nostra città, almeno io, l’ho saputo dopo. Quando, nella mia
località di residenza, da promotore culturale ho pensato di chiedergli analoga
cosa, mi sono sentito rispondere, con tono cortese ma sconfortato e netto: - Grazie dell’apprezzamento e delle “belle
parole”, ma ... viste le condizioni e tribolazioni sperimentate a Vasto, del
resto solite e abituali per le pubbliche amministrazioni, ...preferisco di no, ...o
senza doverne sopportare anche le spese, almeno! Alché, sapendo che
l’Amministrazione del posto, per la quale chiedevo la disponibilità, fosse non diversamente
imbelle sulla Cultura e assai poco disponibile a spendere per il necessario,
non ebbi neppure la forza di mandargli a dire altro, se non un remissivo: - Come non detto, Tommaselli. Rinnovo la stima
artistica, ma ... lasci stare!
Va
da sè che ho dovuto, quale vastese, provare una qualche vergogna e sicuro
dispiacere nei confronti dell’artista e dell’uomo. Mi consolò allora il poter pensare
che, quantomeno e fortunatamente, non mi fu a discredito l’essermi presentato a
lui come concittadino e amico dell’ex assessore, con delega alla Cultura,
Francescopaolo D’Adamo.
Come
dire, e meno male, che non tutti i vastesi, o chi per loro, ...stanno lì per
nuocere!
Giuseppe
F. Pollutri
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