Sul referendum
cittadino il Sindaco di Vasto si nasconde dietro un dito.
«Se il referendum fosse risolutivo sarei tra i primi a firmare»,
così ieri il Sindaco di Vasto. Ma sfortunatamente così non è: «Non è quella la strada per impedire
l'arrivo di centrali ed impianti ad alto impatto ambientale». «Il Comune ha già
fatto quanto in suo potere. La strada da percorrere invece è quella degli entri
sovracomunali: la Provincia
che ha competenza per il Ptap (piano delle attività produttive) e la Regione per il piano
regolatore del Consorzio Industriale.»
Ci pare che il il Sindaco di
Vasto si nasconda dietro un dito.
1. «Se il referendum fosse
risolutivo». Ne avevamo già detto a suo tempo[1]. Una
modifica del Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva
Regionale come quella cui condurrebbe il nostro referendum propositivo
scioglierebbe realmente l'intreccio costituito dai diversi strumenti di
pianificazione che interessano l'area di Punta Penna. La legge regionale –peraltro in coerenza con la
normativa nazionale- su questo è esplicita: "Le prescrizioni del PAN
costituiscono vincolo per la pianificazione urbanistica a livello comunale e
sovracomunale" (Art. 22, comma 5, LR 38/96).
2. «La strada da percorrere invece è quella
degli entri sovracomunali: la Provincia che ha competenza per il Ptap (piano delle
attività produttive) e la
Regione per il piano regolatore del Consorzio Industriale.»
Del PAN il Sindaco non parla. Ma chi è competente ad adottare una modifica del
PAN? Anche su questo la legge regionale è chiarissima: "L'Ente Locale predispone e adotta il Piano di assetto
naturalistico e le sue varianti" (Art. 22, comma 3, LR 38/96). Proprio quelle varianti che sarebbero proposte dal referendum.
3. «Il
Comune ha già fatto quanto in suo potere.» Siamo di opinione diversa;
ma in ogni caso si tratta di una valutazione che attiene al passato. Per il
presente, se il Sindaco –e la maggioranza che lo sostiene- volessero
convincerci, un modo sicuro l'avrebbero: possono approvare in breve tempo, come
è stato loro chiesto, il regolamento pr il referendum cittadino, e lasciare che
la città si esprima.
Oppure,
meglio ancora, evitando tutte le lungaggini referendarie, la maggioranza stessa
può adottare sin dal prossimo Consiglio comunale una variante al PAN: magari
quella che noi –insieme ad altri- abbiamo proposto, ma non necessariamente,
purché sia efficace.
È questione di volontà politica.
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