giovedì 3 dicembre 2009

Le domande dello stupido che non vuole andare alla guerra. N°1

Dopo tanti, forse troppi, anni di fermo “biologico”, sono stato chiamato, in qualità di architetto, a risolvere un piccolo (nemmeno tanto) problema tecnico. Quello della passerella, realizzata in maniera difforme dal progetto regolarmente approvato, dell’ormai famoso trabocco di punta d’Erce. Ricominciando a masticare burocrazia e buon senso, dovendo riflettere sulle ragioni di chi vede il bianco ed il nero, il caldo ed il freddo, lo yin e lo yaan, si sono affastellati nella mia mente diversi pensieri. Uno di questi mi ha riportato alla soluzione del problema delle antenne.
Ad onor del vero, all’inizio della mia avventura come Assessore della Giunta Municipale di Vasto, ragionando ancora con la mente da tecnico, posi una domanda: “Il piano regolatore, permette la realizzazione di antenne su spazi privati?” Nessuna risposta formale ma nessuna traccia su questa possibilità, ho notato, sui documenti ufficiali. Altra domanda: “Si può costruire una piattaforma, un plinto o altro manufatto, senza giustificarne la motivazione?” Credo di no. Per quale ragione dovrebbe essere rilasciato il permesso? E se viene presentata una DIA, il tecnico come giustificherebbe l’operazione, forse adducendo la ragione a qualche legge che va oltre i regolamenti comunali? Magari la Legge “Gasparri”dice questo, allora inutile illudere il cittadino, continuando a rassicurarlo e “giurandogli” interessamento e prossimi interventi.
Mettiamola così, tra i commenti. Se io volessi installare una insegna pubblicitaria, dovrei chiedere permessi. Tra questi quello all'ufficio urbanistico. Mi direbbero che, quanto io chiedo, non è contemplato ne dal PRG ne da altri regolamenti e quantomeno prenderebbero tempo. Perché non si agisce così anche per le antenne? Ogni operazione di modifica del suolo ed ogni operazione edilizia, deve essere autorizzata, salvo la manutenzione ordinaria. L’installazione di una antenna, come la posa di un’insegna non è manutenzione ordinaria.
Penso che, veramente, l'Amministrazione Comunale voglia risolvere il problema. Ne hanno però la capacità i miei ex colleghi? Meccanismi e modalità si trovano, certo non quello di chiudere un occhio come per qualche insegna è abusiva.

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