lunedì 5 luglio 2010
Non ci sono più i “netturbini” di una volta
Siamo in estate e tutte le finestre sono aperte.
Fino a qualche tempo addietro, spesso mi svegliava il rumore delle ruote del carrellino del netturbino che scendeva le scalette di via Bandiera, oppure quello tipico della scopa di saggina che strisciava sull’asfalto. Qualche volta sono stato svegliato addirittura dal rumore della carta del panino che l’operatore ecologico, giammai chiamarlo spazzino, (questo per i benpensanti perché credo che a lui non importasse questa distinzione) consumava a colazione seduto sul muretto sotto la finestra della mia camera da letto. Erano rumori leggeri che mi svegliavano intorno alle 6 e trenta. Un buon orario per scendere al mare per pescare due “zirrezirre” (le telline) e poi andare in studio a “lavorare”. Da qualche tempo invece sono svegliato, come tutti gli abitanti del quartiere dalla spazzatrice automatica. Già questa per qualcuno è un mostro, tuttavia è niente a confronto della terribile “soffiatrice” (non conosco il nome tecnico dell’attrezzo) usata per spingere polvere, carte ed altro materiale posto sulla strada o sui marciapiedi, verso la sopranominata spazzatrice.
Ciò avviene nel mio quartiere intorno alle 4 e trenta. Lo squadrone del “disturbo” arriva da via Canaccio e sale su fino alle Croci. Quando il rumore si allontana e tutto sembra finito le palpebre cominciano a richiudersi. Invece drammaticamente il rumore delle macchine infernali, torna ad aumentare fino a ripresentarsi in tutta la sua potenza. Stanno pulendo l’altro lato della strada ripercorrendola in discesa. Il sonno passa ma è troppo presto per andare al mare allora mi intrattengo a letto. Mi riaddormento e mi risveglio solo quando dalla strada sento urlare “Salvatore lo vuoi “l’uuovo” accipicchia sono tornati i “turisti” di Napoli … “per la miseria sono le 9!”.
Ciao mare!
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