sabato 18 dicembre 2010
Colui o Quell'altro? Mah!
E adesso la “politica” vastese, si accorge di non avere una figura rappresentativa. Quella figura carismatica che sappia aggregare intorno a se una “squadra” capace di amministrare in maniera concreta e lineare la nostra Città. Dopo Notaro il nulla, si continua a ripetere quando si affronta l’argomento, tuttavia nessuno spiega le motivazioni di ciò. Tra l’altro nessuno ricorda che le contestazioni più feroci da parte dei cittadini vastesi, sono state rivolte proprio a questo Sindaco, negli anni Settanta. In questi giorni i nomi emersi dal “panorama” presentato dai gruppi politici locali, viene giudicato con “rassegnazione” dalla gente, quella poca gente in verità, che sente di dover dire la sua su queste proposte. Su alcune figure torna alla memoria il passato, più o meno remoto, è questo il caso di Desiati e Del Prete, su altre l’immagine, è il caso di Ivo Menna, su altre ancora la “insipidezza”, termine quasi di rispetto riguardo al candidato De Caro. Aspettando le decisioni di quelli che sono o dovrebbero essere i partiti più rappresentativi, in molti, a destra, sono turbati dall’eventuale ricandidatura di Prospero e Tagliente, ma anche “preoccupati” per una eventuale candidatura di Sigismondi o Mariotti. Sulla sponda sinistra invece, in tanti si chiedono chi potrebbe sostituire Lapenna. Se Forte, dall’alto del suo personale pacchetto di voti, avesse il coraggio di imporsi, forse potrebbe “ancora” essere un nome adatto. La figura carismatica che la città attende, però, quella che sa mostrare concretezza e ampiezza di vedute, quella che in questi tempi di crisi sappia garantire le scelte giuste, non solo sulla gestione quotidiana ma anche sullo sviluppo futuro, manca.
Io una idea di sindaco ideale ce l’avrei, quella di una persona che, abbia l’immagine e la dialettica del Dottor Salvatore Vallone, il senso pratico ed organizzativo dell’amico Nicola D’Adamo, la forte convinzione sulle proprie idee di Nicola Notaro, la capacità di ragionamento di Gabriele Cerulli, la correttezza politica di Anna Suriani, il senso del dovere del Dottor Antonio Russi, la genuinità di Fabio Smargiassi, il senso dell’onore del Preside Ennio Palucci, le capacità imprenditoriali di Remo Salvatorelli, il buonsenso di Orlandino Carusi, l’amore per Vasto di … Francescopaolo D’Adamo.
Mi fermo qui.
Esiste una persona che abbia “almeno” queste qualità? … Guardiamoci intorno.
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7 commenti:
Quando si è di parte, vale per tutti ma è bene che sappia che vale anche per lei, le qualità giuste... ce l'hanno tutti e poi nessuno, se quest'ultimo non è quello che diciamo noi. Lo prova che lei, in questa sua nota, ha già predeterminato chi da candidato darebbe "preoccupazioni" e chi invece tante - e in così tanti - solo buone cose!
Complicato a dirsi, ma così è. E dunque a che scopo ...guardarsi intorno?
E' vero, sono di parte. Sto dalla parte di VASTO.
troppo facile come battuta, generica e alquanto presuntuosa (sta a vedere che solo lei ha interesse per Vasto!), del tutto inutile come "posizionamento" e risposta
E che ci vuole a voler bene o ad amare la nostra città.
Non devi essere intelligente per amarla, puoi non essere una figura carismatica, non devi mostrare concretezza e ampiezza di vedute, puoi non fare alcuna scelta, puoi startene zitto e non farti vedere, puoi essere un fanfarone e un confusionario, puoi anche cambiare idee ogni mattina col caffè, ragionare con il culo, odiare la politica, scordarti le promesse, sentirti libero di cambiare, essere un casinista, fare il gigolò, perdere soldi in borsa, essere complicato. Ma puoi essere anche il contrario di tutto questo.
In altre parole puoi amare Vasto anche se sei un idiota o un nobel.
Ai sentimenti non servono qualità.
Quanto a questa figura leonardesca che dovrebbe fare il sindaco di Vasto, sembra proprio che manchi sempre 30 per fare 31.
Quanta retorica nelle vostre parole! Ma voi sapete cosa significa amare la propria città? Ma voi come le dimostrate di amarla? Fatemi un esempio.
Mi aspetto già che mi chiediate: "cosa fai tu?" Troppo facile, rispondete prima voi.
Architetto, la domanda è mal posta, a meno che non intenda rivolgersi ad una sola piccola parte dei vastesi, quelli più anziani, che l’hanno vista in tutta la sua originaria bellezza.
Potrebbe amare Vasto un giovane ventenne nato nel quartiere soprannominato Bronx? O uno di quelli che non trova lavoro e che si sente solo e abbandonato a se stesso mentre coloro che dovrebbero amministrarlo, e in qualche misura offrirgli qualche opportunità, discettano con linguaggio incomprensibile di “alta strategia” politica e pencolano pensosi tra l’altezza delle recinzioni alla marina e l’habitat del fratino?
Potrebbero amare Vasto quelli che ci sono arrivati per motivi di lavoro, o che si sono fatti la seconda casa per l’estate o solo perché stufi di abitare in campagna, o che ci hanno impiantato un’attività commerciale per sfruttare la stagione estiva, o che ci si sono trasferiti da posti peggiori alla disperata ricerca di condizioni migliori?
La domanda giusta per tutti è cosa fate per rispettare la città che è un bene comune?
Vivo in una città che non amo, ma che rispetto perché essa rispetta me come cittadino.
La rispetto adeguandomi innanzitutto alle sue regole, senza arrivare ad essere un cittadino perfetto, perché i suoi amministratori si preoccupano di farmi trovare una città pulita, ordinata, con servizi adeguati alle mie esigenze, dove la maggior parte delle mamme trova una scuola materna, dove gli anziani hanno le loro strutture di assistenza, dove i malati hanno un decoroso trattamento, dove gli autobus e i parcheggi sono gestiti guardando alle esigenze della gente, dove la maggior parte dei cittadini rispetta le regole di convivenza specialmente quelle relative al decoro della città, dove i servizi telematici funzionano, dove dal sito del comune puoi trovare tutte le informazioni che ti servono, dove puoi godere di eventi culturali e spettacoli di genere vario e ben curati.
Certo, qui hanno ancora molto da fare, ma almeno puoi vedere che chi ti amministra sta lavorandoci sopra ed allora il rispetto ti viene quasi spontaneo.
Se anche la ami, a maggior ragione devi rispettare la tua città, ed è tua perché ci vivi e non perché ci sei nato.
Vedi Ciccosan che la domanda non è mal posta?
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