Quando di parla di campane,
ormai, tutti ne abbinano il suono al rumore. Per me le campane sono ancora
sinonimo di gioia, festività ed allegria non che meno di tristezza e dolore.
Una volta le campane scandivano le ore, il lavoro dei campi, la notte ed il giorno.
Chi mi conosce, sa che son ben legato alle campane della (ex) chiesa di San
Pietro, di cui non rimane che il portale. In seguito alla frana del 1956, non
che dell’abbattimento della suddetta chiesa negli anni avvenire, le campane di
San Pietro non trovarono felice riposo per molto tempo. Conosciute da tutti i
vastesi come le “ tre campane”, anche se tre non erano in quanto la quarta (la
più piccolina) era sul campanile “a vela” situato sulla sinistra del portone
come si vede nelle foto d’epoca, vennero prima situate nell’omonimo quartiere,
da li dopo diversi spostamenti trovarono quiete in uno dei peggior posti che si
poteva scegliere, la discarica. Dopo anni che erano lì su un traliccio
arrangiato alla meno peggio, grazie al Lions, le campane trovarono nuova
sistemazione. La grande, dal 2006, è stata messa come monumento poco distante
dal portone della Chiesa di San Pietro. La seconda, invece, è stata
incastellata in una struttura in ferro e messa all’entrata sulla sinistra della
Chiesa di San Pietro in Sant’Antonio, le ultime due alloggiate nel campanile
della stessa chiesa. Ormai a Vasto son conosciuto come “l’ultimo dei
campanari”, affettuoso nome datomi qualche tempo fa da un caro amico, che dopo
anni di silenzio, qualche anno fa fece risentire la possente voce della campana
grande in segno del ricordo di quei tristi giorni che segnarono la storia di
Vasto. Con l’amico arch. Francescopaolo D’Adamo spesso abbiamo parlato delle
“tre campane” e quasi sempre ci siamo trovati d’accordo che tutte le campane
dovessero essere riunite in un unico posto. L’idea che maggiormente mi esaltava
dell’amico Francescopaolo era quella di ricostruire solo il campanile della
chiesa di San Pietro (come fu fatto a Venezia nel 1912, anno in cui si inaugurò
il nuovo omonimo campanile identico a quello crollato nel 1902 con il motto
“Com’era e dov’era”). Di idee ne abbiamo tante, di orecchie che ci ascoltano
fin troppo poche, ma son fiducioso che un giorno tutte e quattro le “sorelle”
torneranno in un unico posto.
Nicola Valentino Rosato.
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