sabato 18 gennaio 2014

Una situazione "particolare".

Che oggi per me fosse una giornata particolare l'avevo capito già al risveglio. Mia moglie continuava a ripetermi: "ti vedo strano". Dopo quanto accaduto in mattinata, circa mezzora fa, non mi è stato permesso di entrare al Teatro "comunale" Rossetti, con la motivazione: "persona non gradita". 

Mi avevano detto che c'era una conferenza su Gabriele Rossetti.
Appena arrivato, ho chiesto notizie e mi è stato risposto che era una manifestazione privata ma che comunque, da persona seria e interessata, non c'erano motivi ostativi al mio ingresso. 
Ho dialogato amabilmente con persone per bene in attesa che si autorizzasse l'ingresso, ho atteso che entrassero gli invitati e ho "pensato" di entrare. A questo punto la sorpresa. 
Il primo signore con la lista degli invitati, il quale aveva ascoltato quanto convenuto qualche tempo prima, mi ha tranquillamente lasciato passare. Una seconda persona invece, con modi da villanzone scostumato, mi ha respinto fuori e alla mia sorpresa, in modo altezzoso, ha proferito: il signore che l'ha lusingata, dicendole che le era permesso entrare "non comanda lui". (La forma italiana usata da quel "portinaio" è solo quella virgolettata. Il resto l'ho corretto secondo le mie conoscenze della lingua). 
Io ormai sono abituato a credere che nella mia città sono "stimato" ma non "rispettato"; quindi a quei due signori che hanno dato ordine di non farmi entrare, mi piace far notare che la brutta figura l'hanno fatta loro e che hanno perso l'occasione di dimostrare, qualora esista, la loro "superiorità". 
Io inoltre sono molto, direi moltissimo "permaloso". Si aspettassero quindi, al momento giusto, la mia reazione.
Tranquilli! Non è il caso di preoccuparsi più di tanto. Potrebbero passare anni. Non è una "minaccia" la mia, al massimo è una sfida. Io sono ... "buono".

"La decadence de "lu Uaste" date du moment où les idiots ont voulu gouverner"

11 commenti:

Anonimo ha detto...

meno male che non hai proferito le tipiche parole "Lei non sa chi sono io" .Caro Architetto evidentemente il buttafuori che ha incontrato non e' avvezzo alla "rete" quindi non sa quanto tempo e quanto sacrificio dedica alla Cultura.Davide D.D.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Caro Davide, io so benissimo quello che sono e lo sanno anche gli "altri". Solo che questi ultimi non sanno "quello" che sono loro.

giusfra ha detto...

Dando per certo che ognuno può farsi le conferenze private che vuole (ma in privato, non in un luogo pubblico), mi sto chiedendo cosa sia scaturito dal convegno rossettiano degli ...eletti massoni!?
Quanto al "chi comanda qui", vale a dire a Vasto, è una piaga per la quale sembra non ci sia rimedio, giacchè troppi sono gli "idioti" (o i ...saponari). Quelli che lo sono, quelli che li votano, quelli che non sanno opporsi, quelli che non votano affatto.

Alessandro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Alessandro ha detto...

E' sicuramente antipatico fare una conferenza a numero chiuso e per pochi. Non solo, ma è anche palese la disorganizzazione per cui c'è chi chiude un occhio e chi invece fa l'arrogante.
Ma è anche antipatico il tuo atteggiamento che si intravede tra le righe del tuo post.

"Io ormai sono abituato a credere che nella mia città sono "stimato" ma non "rispettato"

E' come se dicessi: "Io sono io e per questo merito rispetto e l'ingresso". Il rispetto si deve a tutti, a prescindere. Così come tutti hanno diritto a partecipare ad una conferenza sul Rossetti. Non solo quelli stimati.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Vedi caro Alessandro, avresti ragione se tu avessi la possibilità di provare ciò che provo io. Quando lo proverai, sicuramente ... capirai.

Alessandro ha detto...

Ma io capisco benissimo quello che provi e hanno sbagliato a trattarti in quel modo. Bastava dire da subito: "Lei non può entrare perché è una conferenza riservata. Stop." Anche se io stesso contesto la conferenza per "iniziati".
Invece il "ti faccio entrare", ma poi c'è il secondo filtro in contraddizione con il primo e per giunta arrogante, non va affatto bene. Ma non va bene per chiunque, non per te in modo particolare perché sei tu.

Alessandro ha detto...

Ma io capisco benissimo quello che provi e hanno sbagliato a trattarti in quel modo. Bastava dire da subito: "Lei non può entrare perché è una conferenza riservata. Stop." Anche se io stesso contesto la conferenza per "iniziati".
Invece il "ti faccio entrare", ma poi c'è il secondo filtro in contraddizione con il primo e per giunta arrogante, non va affatto bene. Ma non va bene per chiunque, non per te in modo particolare perché sei tu.

maria ha detto...

@Alessandro, la discriminazione unita alla malacreanza, sono sentimenti ostici da digerire quando li si subiscono...
ne so qualcosa in merito...
Solitamente, per ciò che sono io, sono stata discriminata esclusivamente per il mio status sociale...
Questo, mi è capitato sia dal vivo che nel virtuale, e posso dire che fanno male entrambi le situazioni...
Ma, Alessandro, quando si viene discriminati, difficilmente si pensa al prossimo all'istante...
L'umiltà, semmai, dovrebbe uscire dopo, una volta assimilato.
Sta a chi osserva gli eventi porsi o meno in situazioni di umiltà tanto quanto empatia verso chi sta subendo...
Troppo comodo pretendere al discriminato di non "alzare la cresta" altrimenti, è solo un "antipatico"...
Se vuoi rifletterci su, fai pure...

Alessandro ha detto...

"Troppo comodo pretendere al discriminato di non "alzare la cresta" altrimenti, è solo un "antipatico"...
Se vuoi rifletterci su, fai pure..."

Maria, il discriminato ha tutto il diritto di contestare una conferenza a numero chiuso- tra l'altro in un luogo pubblico, come giustamente fa notare giusfra- ma con argomenti un po' piú democratici e meno personalistici.

maria ha detto...

Ma siii, hai ragione, Alessandro...
Ci sono persone a cui tocca combattere "democraticamente" per il prossimo senza manco essere eroi...
:)
Scusami, la risata è spontanea e sincera...