venerdì 5 novembre 2010

Ventricina e fonti energetiche.



Il Vastese, patria della Ventricina, uno dei migliori salami d’Italia (e qui la battuta sarebbe facile) potrebbe esportare meglio nel mondo la sua immagine, approfittando del prelibato salume ma non solo dal punto di vista gastronomico.

Mi spiego. Fermo restando che la produzione “casereccia” rimane e rimarrà la migliore, bisognerebbe produrre in maniera industriale il famoso salume che tanti riconoscimenti riscuote. Una volta impiantati allevamenti di ampie dimensioni, come per esempio quelli in Emilia Romagna, dal momento che come si usa dire, del maiale non si butta via niente, si potrebbe utilizzare anche l’unico prodotto che di questo animale si scarta. Non sto qui a specificare cosa.
Tempo addietro ho parlato dell’utilizzo, quale fonte di energia, del prodotto dei nostri water e delle deiezioni canine. Il lettore attento ricorderà il progetto messo a punto in Inghilterra, per produrre energia sufficiente per alimentare interi quartieri cittadini; mentre in altre parti del mondo si sono, fino ad ora, limitati a produrre energia per i lampioni dei parchi pubblici, grazie a coloro che raccolgono e gettano in appositi contenitori le deiezioni dei propri amici a quattro zampe (non come dalle nostre parti dove tanta “energia” è sparsa sui marciapiedi e nelle aiuole).
La proposta è: “perché non utilizzare lo ‘scarto’ dei maiali per produrre energia?”

Aggiungerei inoltre un ulteriore utilizzo di questo animale: il riciclo dei rifiuti organici.

Si sa che come “Ciacco” nella Divina Commedia, il maiale mangia di tutto. Nel Settecento (anche a Vasto) quando volevano far sparire le tracce di una persona, davano questa in pasto ai “suini”. Anche i vecchi contadini davano i loro rifiuti al maiale ( naturalmente quelli che si potevano permettere il lusso di produrre rifiuti). Perché, quindi, non dare in pasto a questi animali “l’umido” prodotto nelle nostre case? Sai quanto risparmio e che “liberazione” per le discariche.
Molte volte (a sentir dire) questo “umido” è scarto di prodotti alimentari di ottima qualità, tanto che è nata la filosofia “Freegan” (filosofia di gente che per scelta si nutre di cibo buttato nei cassonetti).
Finalmente assumerebbe significato positivo il detto che dice “dare le perle ai porci”.

P.S. L’Europa continentale, Italia compresa, nel suo insieme butta via ogni anno 200 milioni di tonnellate di alimenti «Un terzo dei gas serra viene dalla produzione agricola: con meno sperpero, emissioni giù del 10%».

3 commenti:

maria ha detto...

E no Architetto, questa sua seconda ipotesi, è mia! :D
La proposi più di un anno fa, in occasione dei cinghiali che scappavano dalla riserva, e proposi di raccogliere l'umido e di darlo in pasto ai cinghiali, così non avrebbero invaso le spiagge di punta penna, dova da un lato giravano foto di donne armate di videocellulari quasi attaccate all'"animale" e dall'altro si leggeva di quanto fossero pericolosi questi animali se si avvicinavano all'uomo;
Dell'altra idea, le lascio il primato, volendo la aiuterei volentieri anche con il bisognino del mio gatto, che equivale come si nota nella foto, a quella di un bel cagnolino...
Sell'aumento degli allevamenti di maiali, sono in disaccordo, in quanto come ha detto anche lei, già c'è troppo cibo buttato, non credo che arricchire le tavole degli italiani soprattutto, servirebbe a mettere freno a questo spreco.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Oggi è giornata di "plagio". Anche il mio amico Maurizio Santulli mi ha rimproverato di aver scritto "per la prima volta il Consiglio Comunale sul Web" quando anche lui alcuni anni addietro ha provato l'esperimento. Starò più attento in futuro. ;)

maria ha detto...

Vabbè, vorrà dire che se ne farà una ragione... Quando e se ne avrà dei guadagni, si fa come disse Galileo ai due involontari "viaggiatori del tempo": 33, 33 e 33 ... "non ci resta che piagere"... :D