Questo piano di recupero del centro storico è una vergogna. L'ho detto, scritto, dimostrato. Alcuni eroi della tastiera, anonimi o meno ci provano a sviare, a provocare. Ma c'è poco da fare. Questo piano fa schifo.
Però la politica ha altre ragioni. La politica si nutre di propaganda, ed ignora tutto il resto. Frega niente a nessuno se un provvedimento è giusto o sbagliato. Se è utile o dannoso. Se la propaganda prevede che si adotti allora si adotterà, se prevede che non si adotti, non si adotterà. Non mi credete? Ieri ne abbiamo avuta una ulteriore dimostrazione.
Un sindaco, una amministrazione ed una maggioranza rivelatesi del tutto incapaci di rispettare qualsiasi scadenza, sentono il bisogno di sbandierare “abbiamo fatto! Non sappiamo cosa, ma abbiamo fatto”. Dalla minoranza è stato fatto rilevare che:
1. È difficile dimostrare che un atto è urgente ed improrogabile (si è dovuto dichiarare tale, questo aborto di piano, per poterlo approvare ieri), se avendo avuto prima tutto il tempo a disposizione oltre che ampie maggioranze, non si è riusciti ad approvarlo per tempo.
2. La documentazione è carente. È carente non secondo gusti personali. È carente rispetto all' obbligo fondamentale che doveva rispettare, è cioè la legge regionale. Mancano i documenti. Lo capirebbe chiunque.
3. Il piano è una volgare scopiazzatura ed un pessimo adattamento in larghissime parti di un piano redatto da Cervellati per... Senigallia.
4. Il piano “particolareggiato” del centro storico, manca proprio del “particolareggiato”, in quanto mancano i rilievi! Non per niente io l'ho sempre chiamato piano “vago”.
Adesso voi mi direte: quindi la maggioranza ha preso atto di questi fatti e vergognandosi ha deciso che adottare un atto così importante richiedesse maggiore attenzione, cura e amore per la città? Niente affatto. Anzi, ha così risposto:
1. Noi abbiamo deciso che l'atto è urgente, e quindi lo approviamo.
2. La documentazione sarà anche carente, ma noi l'atto lo approviamo lo stesso.
3. al punto 3 non hanno avuto il coraggio di rispondere.
4. Noi l'atto lo approviamo lo stesso. Poi quelli che verranno aggiusteranno.
Cui prodest? Dicevano i latini. A chi giova? Io vi posso dire che mentre dalla maggioranza quasi si vantavano di non aver letto, o non aver capito cosa stavano approvando, in platea c'erano anche facce mai viste in consiglio comunale. Per la maggior parte la platea era composta da imprenditori edili. E adesso attaccatemi perché sono del Milan, o perché vi rode che le mie canzoni passano alla corrida. Ma quando volete parlare di questo obbrobrio che avete approvato, vi prego invitatemi. Voglio parlare anche io. Io il piano l'ho letto.
P. S.
Non so perché, ma ho l'impressione che nessuno mi inviterà.
2 commenti:
Con l'età che avanza, inesorabile, mi accorgo che certe volte la memoria mi tradisce... Ma questa, sapete, me la ricordo bene. Ci fu un tempo a Vasto in cui sui blog, sulla stampa, nelle piazze (a suon di firme, di peti-zioni, di rompicoglio-ni) ci fu quasi una sommosa (di popolo o solo di "anime belle" o verdi, o verdeacquamarina, non importa), al grido "NO-CAVA", della rena in mare! Sottotitolo del film-documentario di "denuncia" che si poiettava allora era:
- Non disturbiamo le vongole che dormono! Qualcuno in platea punteggiava con un esclamativo "Cazzo!", e avrebbe dovuto dire, adeguandosi al tema, "Cannolicchio"!
E ora, della "Cava in Centro" Città del Vasto, che si dice? ...dice ...ice!
Sento solo un eco. Mi sa tanto che la Piazza è vuota.
Le stesse teste di "cannolicchio" sono quelle che hanno proposto e approvatoil "piano". Caro Pino.
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