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Per l'organizzazione degli imprenditori, rilanciare lo sviluppo significa "potenziare il porto". Anche con il raddoppio del bacino: "Siamo favorevoli a qualsiasi iniziativa che risponda al bisogno delle aziende di avere un porto commerciale. Ma fino ad ora non ho sentito uno straccio di programma. E intendo una programmazione a medio e lungo termine. La classe imprenditoriale viene ricattata perché i politici pensano ognuno a coltivare i propri orticelli".
Rincara la dose Pietro Rosica, presidente provinciale del settore Piccola impresa di Confindustria: "Non si può proporre una programmazione a tre mesi. Almeno cinque anni. Confindustria assume la difesa del porto", necessario "allo sviluppo del territorio e al collegamento col le imprese. La crisi economica si è aperta nel secondo semestre del 2008. Le previsioni dicono che continuerà oltre il 2011, 2012 e 2013 e mi fermo qui. Chiediamo di investire in un progetto che non venga demolito dal potere politico".
Ma nelle stanze dei bottoni "non abbiamo nessuno che ci rappresenti. Ci sentiamo abbandonati dalla politica", è il grido d'allarme lanciato da Gabriele Tumini, presidente di AssoVasto, l'associazione che raggruppa 120 imprese ed è federata con Confindustria.
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