Vasto è a pezzi, i vastesi sono
esasperati dal totale lassismo che vige in città. Ci si lamenta per questioni inerenti la sicurezza, per il
vandalismo, per la sporcizia, per la trascuratezza, per l’incuria e per un
lungo elenco di problemi. E’ forte la preoccupazione sulla imminente stagione
turistica che, in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando,
mostra ritardi nella “preparazione” all’accoglienza e promuove una immagine
fatta di mare sporco, lungomare crollato, palme secche ed erba infestante,
monumenti in stato d’abbandono, strade sconnesse, la spiaggia deturpata e via
discorrendo. Addirittura si pubblicizza ai quattro venti la paura per trivelle
petrolifere e per industrie inquinanti. E a chi chiede soluzioni la “politica
locale” si nasconde dietro il classico “non ci sono risorse”.
Questa volta però c’è chi propone
soluzioni fattive: il turismo naturista. Come dire: “in mutande già ci siamo,
togliamoci anche quelle”.
Parafrasando il titolo di uno
spettacolo teatrale con Ugo Dighero, propongo ai miei concittadini:
“rimbocchiamoci le natiche” e andiamo a mostrare le chiappe chiare a Motta
Grossa (meglio sarebbe Libertini). Non si risolveranno i problemi cittadini ma
vuoi mettere la soddisfazione, dopo la domanda “che c’è di bello a Vasto?” sentire rispondere, magari da un turista
romano, “ce so certi cefali!”.
N.B. Il sedere nelle foto è visibile a Palazzo d'Avalos. Nella foto in bianco e nero di qualche anno addietro il sedere è intero. Nella foto a colori di pochi giorni fa è lesionato. A quando la rottura?
1 commento:
Credo che tu abbia interpretato il pensiero di molti "cefalotti" !
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