TAGLIENTE: UN SOSTEGNO SOLTANTO ALLE FORZE POLITICHE
ED AI CANDIDATI CHE SI IMPEGNINO PER LA SALVAGUARDIA DELL ’OSPEDALE.
La crisi della politica in
Abruzzo ( e non) si evidenzia soprattutto dall’assenza nel dibattito elettorale
di temi di interesse territoriale. Lo dimostra il fatto che nemmeno di fronte a
provvedimenti penalizzanti come quello
del depotenziamento del laboratorio di analisi dell’ospedale di Vasto si sia
alzata una voce, una riflessione, una protesta, una proposta da parte delle
forze politiche in campo in questa tornata elettorale. “Il nulla” caratterizza
questa campagna elettorale e c’è da chiedersi cosa i nostri candidati
andranno a fare a Roma e su cosa si
impegneranno, visto che sul “nulla” o tutt’al più sulle mega promesse dei
leaders nazionali stanno chiedendo voti.
Per colmare questo inammissibile vuoto politico mi permetto di lanciare
allora un appello. C’è qualcuno di
costoro disposto ad assumere l’impegno di sottoscrivere un patto con gli elettori di Vasto e dintorni che preveda,
sempre a proposito di Sanità, la revoca della sciagurata delibera sullo scippo
del laboratorio d’analisi ; - l’attivazione entro l’estate dell’emodinamica
entro l’estate; - il potenziamento di cardiologia; - l’adeguamento del
padiglione di ostetricia; - ’acquisto di nuove ambulanze; - l’avvio dei lavori
di realizzazione del nuovo ospedale ? Se
c’è, se ci sono forze politiche e/candidati motivati in questo senso – non importa a quale schieramento
appartengano, meglio se si richiamino a tutti gli schieramenti –, si facciano
avanti e prendano un impegno formale. Avranno, oltre alla mia, l’approvazione
dei cittadini e, ciò che più conta, daranno un senso alla loro “discesa” o
“salita” in campo.
Giuseppe Tagliente
SUMMUM IUS, SUMMA INIURIA
La locuzione latina di Cicerone è il primo
pensiero che mi viene in mente leggendo l’elenco degli scrutatori sorteggiati a
Vasto per la prossima tornata elettorale. Ormai da tempo invito la politica a
scegliere tali figure tra i disoccupati. In verità ci sono delle problematiche
formali e delle normative da rispettare, ma compito precipuo della buona
politica non è fare il bene della propria comunità? A me pare ovvio che la
scelta sia ricaduta sul sorteggio per togliere la possibilità all’uomo di
errare. E’ vero che così facendo si è abolito di fatto il mercimonio degli anni
passati, ma il risultato è che all’interno delle liste troviamo persone non
domiciliate a Vasto, lavoratori subordinati ed imprenditori. Programmando per
tempo, una soluzione potrebbe essere quella di indire un avviso per la
formazione entro novembre (solita finestra per iscriversi nelle apposite
liste) del nuovo albo-elenco degli scrutatori in modo da avere una lista
aggiornata di solo coloro che danno la loro disponibilità. Inoltre si potrebbe
pensare di accompagnare la domanda con un’autocertificazione sullo status del
proprio nucleo familiare (inoccupato, disoccupato, lavoratore, reddito, carico
familiare). Una volta chiusa la sessione si appronterebbero due elenchi, uno
generico ed uno in base ad una graduatoria di bisogno. A quel punto in maniera
del tutto legale la politica potrebbe scegliere i primi 176 per le regionali, i
secondi 176 per le provinciali e così via dicendo. Correttivi agli elenchi
possono essere fatti durante la finestra di novembre e magari pensare di
aprirne una seconda a marzo. La soluzione è percorribile solo ove la politica
si assumesse la responsabilità di scegliere la via dell’equità; probabilmente
solo nel mondo delle idee. Nella realtà, dopo l’aggiornamento dei dati ISTAT del censimento concluso
da poco, sarebbe opportuno provvedere ad un adeguamento dell’elenco e chiedere
almeno un’autocertificazione al momento della designazione, al fine di
preferire i disoccupati ed in genere i più bisognosi.
Alessandro Laverghetta
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