Le
"esternazioni" del Dottor Lucio Achille Gaspari che definisce la sua
terra d'origine "un postaccio in cui non metterò mai più un piede",
dopo aver suscitato in me una immediata e forte indignazione, come spesso mi capita, ha aperto la mia mente ad un ragionamento.
Il Dottor
Lucio, figlio di Remo Gaspari, inutile ribadire importantissimo uomo politico
della nostra terra, giustamente riterrà l’operato del suo genitore
valido e ben fatto a tal punto che si è presentato ai suoi elettori con lo
slogan “Una storia che continua”.
Non è
il caso di scomodare Marshall McLuhan per capire dove il Dottor Gaspari ha
sbagliato e nemmeno mia intenzione dare lezioni di “comunicazione” soprattutto
inerenti la campagna elettorale. Tuttavia pensare di poter prendere i voti per “riconoscenza”,
di questi “momenti”, mi sembra assai azzardato se non addirittura stupido.
I tempi
sono cambiarti, si guarda (e nemmeno con tanta attenzione) solo al presente e del
futuro se ne parla in maniera confusa, con sfiducia e con timore. Figuriamoci se ci si
rapporta col passato. La “riconoscenza” poi …
Mi chiedo
però, perché per riconoscenza all’Onorevole Remo Gaspari si dovrebbe votare
il figlio (e qui non mi avventuro nelle solite similitudini “ittiche”).
Oggi
che, come Grillo ha dimostrato (e se vogliamo anche Berlusconi), la
comunicazione è altra, ben diverse “motivazioni” spingono l’elettore alla scelta nel voto e
quindi non basta essere “solo” il “figlio di” per essere eletto. Se almeno
avesse in questi anni frequentato (realmente) questo “postaccio”, il Dottor
Lucio Gaspari si sarebbe accorto che il mondo di cui si è “occupato” suo padre
è molto (nel bene e nel male) cambiato.
E qui
il “ragionevole dubbio”: ma siamo sicuri che le scelte fatte per lo sviluppo
del nostro territorio siano state quelle giuste? E se si, siamo sicuri che le
modalità per il raggiungimento del fine siano state corrette? E ancora, siamo
sicuri che senza i nostri “importanti” politici non si sarebbe giunti al
medesimo sviluppo? E se si, siamo sicuri che le persone “poste” a ricoprire
certi ruoli siano state (o sono) quelle giuste? Si potrebbe aggiungere tanto
altro e il “ragionevole dubbio”, vi sarete accorti, si moltiplica in tanti “ragionevoli
dubbi” ma lascio a voi, se ne avete voglia, il gusto di “pensare”. Io finirei
subito col parlare di raccomandazioni, clientelismo, assistenzialismo … meglio
di no.
Signor
Lucio, meglio lo slogan: “Una storia che cambia” ... (naturalmente con idee e
apertura mentale e non come la “Vasto cambia” di un suo concittadino).
3 commenti:
Lucido! Lucido! Lucido! Ed aggiungo, oltretutto: Spataro (mio padre mi raccontava) era solito dire: "La riconoscenza è una pianta che va innaffiata tutti i giorni!" Anche se una qualche "reviviscenza" si fosse potuta basare sulla "riconoscenza", quale sarebbe stato l'inaffiatoio del figlio di Remo Gaspari???
Massimo
Qualcuno, avrebbe potuto anche dirglielo che le cose non funzionavano più così come ai tempi di suo padre...
Eh, poverino, lui, basava tutto su questo!
Architetto, ma perchè non ho letto nulla sulle dichiarazioni di Borghezio e di Sgarbi, tanto per citare due nomi famosi che hanno offeso la terra d'Abruzzo?
Mi sono persa qual'cosa?
Mo, sembra un caso di stato 'sta esternazione del Lucio della situazione?!
E perchè non sarebbe il caso di continuare a parlare di raccomandazioni, clientelismo ecc.: crede forse sia un metodo morto?
Forse, è solo divenuto silente...
l'apostrofo, mi è decisamente scappato pensando ai vecchi tempi...
Chiedo scusa alla lingua italiana tutta!!!
Pure a quella dialettale...
Cavoletti! :)
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