Di Giuseppe Pollutri
Desidero
qui dire di una ‘storia’ nostra,
vastese; pretenziosa da un lato e miserevole dall’altra. Giudizio mio,
personale, certo, ma tutta per immagini a confronto. Anche queste “foto di Vasto”, che non ci fanno onore,
e sulla base delle quali sfido chiunque ad esprimere ...‘parere’ diverso, per confutarmi
nella mia tesi che da anni porto avanti, pubblicisticamente, in materia.
Se l’Ambiente, in generale, non solo quello
dei Parchi e delle Riserve, è un qualcosa di prezioso e benefico, da preservare
e tutelare, nell’oggi e nel futuro, ...per terra come in mare, occorre non meno
che analoga propensione e attenzione si deve al luogo antropicamente abitato,
in ogni suo angolo e allo stesso modo. Quantomeno. Occorre
che ci sia la consapevolezza, nei pubblici amministratori e in noi tutti,
privati cittadini, che se per l’uomo è inevitabile - per non dire naturale - “Abitare” l’Ambiente (nel
creato), questo dev’essere possibile non come una concessione o una tolleranza
del disordine e dell’abuso, ma come compito ordinato e organizzato, prezioso e
fruttuoso, che la società istituzionalizzata ha nei confronti di un inovviabile
destino dell’essere umano su questa terra, e un domani, forse, nello spazio.
Naturalmente le immagini raccolte, e
didascalicamente qui mostrate, sono solo alcune, mentre è più ampiamente sotto
gli occhi di tutti ciò che sta ad indicare. Per vizi pubblici, diretti o
omissivi, e non meno (ripeto) per comportamenti privati parallelamente viziosi
e abusivi, oggi – occorre ammetterlo - è vero ed evidente il contrario di quel
che qui sopra ho inteso ricordare e sottolineare come una necessità ed un
valore, civili e civici, prima che turistici.
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