sabato 11 settembre 2010
Ne Fedro ne La Fontaine .... la ... penna.
La volpe che voleva “papparsi” le galline, non riusciva ad entrare nel pollaio.
Le “recinzioni” che separavano il “mammifero” dai gustosi “uccelli” erano alte e “resistenti”.
Da fuori l’animale, astuto per antonomasia, cominciò a “corteggiare” alcuni “polli”. Questi, atteggiandosi come solo certi “polli” sanno fare, dapprima sembravano resistere alle lusinghe della volpe, poi decisero di riunirsi e prendere una decisione. La volpe, sorniona, convinse questi polli a non chiedere consigli al gallo e nemmeno alle galline. La più vecchia di queste, però, accortasi di quanto stava per accadere, provò a dissuadere i giovani pennuti.
“Sei buona solo per il brodo, oramai! Cos’hai da consigliarci tu che hai fatto solo uova e pulcini! noi invece …”
La gallina si accovacciò sul suo mucchietto di paglia e attese.
La volpe non dovette nemmeno entrare nel pollaio, furono i “polli” ad andare nella sua tana e con loro le galline. Qui trovarono altri polli. “Chi sono questi?” dicevano tra loro, “siamo noi che dobbiamo parlare con la volpe! Questa deve dare quello che ha promesso, solo a noi”. La volpe aveva promesso ai “galletti” che li avrebbe fatti cantare, non solo al mattino, ma tutta la giornata. …
Le ombre della sera si allungavano. La “gallina vecchia” osservava queste estendersi e pensava: “io li avevo avvisati”.
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