martedì 7 settembre 2010
Senza orario e senza bandiera. Vasto non è Avetrana.
Il sindaco di Vasto ha pensato bene di concludere la sua stagione di “turismi”, “destagionalizzandola” in una maniera che sta mettendo contro giovani e “meno giovani”, pubblici esercenti e abitanti, nottambuli e non, eccetera, eccetera, eccetera. Nascono contestazioni, richieste, proposte, tutte più o meno valide, tutte più o meno condivisibili. Comunque, tante parole, orali e scritte, sull’argomento “musica”, anche se sappiamo bene che questo argomento rappresenta solo la punta di un iceberg, il quale raffigura “l’insofferenza” di vivere in questa Città in questo momento “storico”. Mi accorgo che sono in molti, ragazzi ma anche adulti, che scrivono sui blog, su Fb o sul proprio diario, pensieri come quello di Sarah, (quella Sarah): “Per me vivere ad Avetrana è: non vedo l’ora di andare via”. Anche se Vasto sicuramente non è Avetrana.
Mi ha colpito molto l’atteggiamento sull’argomento del giovane Andrea Iannone, omonimo del “campioncino vastarolo”, ed ho seguito con interesse ed attenzione il dibattito che ne è seguito.
Io ho sposato, aggiungendo carne al fuoco (vedi riapertura del Carlo Della Penna), la proposta di Antonino Spinnato. La proposta di un concerto per far sentire la voce di chi a Vasto non trova più lo spazio dove “collocarsi”, un luogo dove semplicemente sfogare la propria creatività o magari guadagnare i “suoi” 30 euro “per non chiederli a papà”. Una proposta che, secondo me, non può avere connotazioni o colori politici, perché a soffrire di questo senso di inquietudine a Vasto sono tanti e di tutte le età, di tutti i ceti sociali, di tutte le categorie … insomma di tutti i “colori”.
Ho sentito dire da molti: “non aderisco se c’entrano i partiti” e mi trovo così d’accordo con costoro che ho proposto di chiamare l’eventuale manifestazione “Senza orario e senza bandiera”. Un titolo che parafrasando “l’antico” album dei New Trolls, si lega, sia al motivo che ha scatenato la protesta (io la chiamerei discussione) cioè la “movida notturna”, sia alla precisa volontà di collaborare, al di fuori delle logiche di partito, alla realizzazione di un “sogno”, che sogno non dovrebbe essere, quello di trovare spazio e regole per accontentare tutti.
Qualche giorno addietro, una Associazione di commercianti del centro storico ha proposto di allungare la durata delle feste patronali.
Trasformare un momento ludico come le feste patronali in un momento “anche” di dialogo e di riflessione, quale momento migliore troveremmo?
Quello che propongo all’attenzione dell’amministrazione comunale consiste in questo:
Una manifestazione della durata di quattro giorni (26/29 settembre). Il primo giorno dedicato alla musica eseguita da gruppi di giovanissimi, il secondo dedicato al dibattito pubblico, un Talk Show in piazza, con la partecipazione di rappresentanti di commercianti, pubblici esercenti, cittadini comuni e rappresentanti dell’amministrazione comunale, ecc. (con apertura, intermezzi e conclusione da parte di musicisti “professionisti” locali). Il terzo giorno dedicato a band, cantautori, cori, artisti di piano bar, dj e operatori della musica in genere. Il quarto giorno, conclusione con ospiti “amici” di Vasto quali Indaco, Tony Esposito, Rodolfo Maltese e Francesco Di Giacomo (Banco).
Aggiungo di più. In una successiva occasione, premiare il video (da quello realizzato con un semplice telefonino, fino a quello più sofisticato, magari realizzato da giovani come coloro che hanno partecipato a VFF) che rappresenti la manifestazione e sappia evidenziare, tramite questa, quanto la città sa proporre.
Una opportunità per il sindaco, quella di sposare l’idea di Spinnato così rielaborata, che starebbe a dimostrare la tesi secondo la quale un sindaco è sindaco di “tutti” non solo di una parte e soprattutto che il sindaco è sindaco non solo legato ai partiti. Insomma di un sindaco che sa “ascoltare” la città.
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