mercoledì 23 marzo 2011

La "Galleria de Parma" fuori legge.


Col cosiddetto Piano Cervellati, presto non potremo più avere nemmeno l’idea di proporre luoghi come la “Galleria de Parma” e tutti i locali scantinati dovranno essere utilizzati per servizi, autoclavi, ecc. Però, grazie a quanto previsto dal piano avremo risultati identici o addirittura peggiori di quelli ottenuti dalla ristrutturazione dei Palazzi Scolastici di Corso Italia. Basta leggere le norme di questo “Piano” per rendersi conto di questo.
In tanti, dopo avere letto queste norme (perché fino ad ora non lo ha fatto nessuno, nemmeno il sindaco), si chiederanno quali siano le novità proposte. I parcheggi sono quelli di sempre, la viabilità non subisce alcun mutamento, non vi sono “suggerimenti” di rivitalizzazione. Si propone di riportare la gente a vivere nel centro storico. Come? Permettendo interventi edilizi scellerati, a mio modo di vedere le cose, definiti “restauro”.
Lo afferma anche in una intervista l’Ing. Paolo Marino: “… più che rialzare, noi dobbiamo ampliare i nostri edifici consentendo di attualizzare i contenuti ma rimanendo specialmente nell’esterno, la fisonomia e l’identità di quella che è la città …”.

Come disse Aiazzone, “provare per credere”.
La prova l’abbiamo già avuta dalla ristrutturazione dei Palazzi Scolastici di Corso Italia.
A proposito, sapete che fine ha fatto la “ditta Aiazzone”?

P.S. Visto che sono partito dalla Galleria de Parma, mi pongo il quesito: “Se si libera un locale al primo piano di questo luogo, alla luce di quanto dettato dal piano di recupero, potrà essere rilasciata nuova licenza a chi vorrà aprire una nuova attività commerciale in questo ambiente?

Seguiranno altri interventi.

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