Io non so se, a suo tempo, chè oggi non ha più senso (...o no?), avrei voluto conservare la mia 'nazione' di appartenenza borbonica, di certo mi conforta non poco questa tua uscita... Mi rende possibile di chieder-mi (parlo a me, non scomodo o desidero infastidire i-taliani trionfanti e concelebranti) se in fine abbia, e quale, valore maggiore (storicamente, culturalmente, gastronomicamente, artisticamente, umanamente...) essere un "italiano unito" anzichè cittadino o suddito (sfido nel tempo moderno a dire la differenza) di un altro Stato organizzato, fosse pur sempre geograficamente nella italica penisola..., come altrove. Per me, essenzialmente, per un mio blog non vastese, in cui sicuramente domani lo pubblicherò come piccola, modesta, discreta espressione di libertà, ho composto un "dieci versi" semplici e brevi in tal senso. Starò a vedere se - a prescindere di chi sia - il Media cui l'ho inviato per la pubblicazione lo darà alle stampe. Sarò curioso di vederlo o meno, prendendo atto, in un senso o nell'altro del se i nostri commemorati risorgimentali veramente hanno ottenuto, su questo lembo di terra e costa di mare, di poter esprimersi comunque, ...vento conformista natural durante!
Ancora grazie dell'assist. Chissà, metaforicamente certo, potrei chiedere di essere annoverato tra "gli Scarpasciudd(e)" della pubblicistica... E' un'idea, non credi? Pino Pollutri
Non per autocitarmi, ma, visto che ne ho parlato, ecco un link per visualizzare i miei dieci versi per dire anch'io, nel 17 di marzo: "Evviva" l'Italia, sì, ma... viva, piuttosto, la dolente Umanità!
5 commenti:
Io non so se, a suo tempo, chè oggi non ha più senso (...o no?), avrei voluto conservare la mia 'nazione' di appartenenza borbonica, di certo mi conforta non poco questa tua uscita...
Mi rende possibile di chieder-mi (parlo a me, non scomodo o desidero infastidire i-taliani trionfanti e concelebranti) se in fine abbia, e quale, valore maggiore (storicamente, culturalmente, gastronomicamente, artisticamente, umanamente...) essere un "italiano unito" anzichè cittadino o suddito (sfido nel tempo moderno a dire la differenza) di un altro Stato organizzato, fosse pur sempre geograficamente nella italica penisola..., come altrove.
Per me, essenzialmente, per un mio blog non vastese, in cui sicuramente domani lo pubblicherò come piccola, modesta, discreta espressione di libertà, ho composto un "dieci versi" semplici e brevi in tal senso. Starò a vedere se - a prescindere di chi sia - il Media cui l'ho inviato per la pubblicazione lo darà alle stampe. Sarò curioso di vederlo o meno, prendendo atto, in un senso o nell'altro del se i nostri commemorati risorgimentali veramente hanno ottenuto, su questo lembo di terra e costa di mare, di poter esprimersi comunque, ...vento conformista natural durante!
Ancora grazie dell'assist. Chissà, metaforicamente certo, potrei chiedere di essere annoverato tra "gli Scarpasciudd(e)" della pubblicistica... E' un'idea, non credi?
Pino Pollutri
ciao Pino!!! da quanto tempo!
... non puntualizzare la (e) finale. E' una scelta del "Titolista". :) ;)
Non per autocitarmi, ma, visto che ne ho parlato, ecco un link per visualizzare i miei dieci versi per dire anch'io, nel 17 di marzo:
"Evviva" l'Italia, sì, ma...
viva, piuttosto, la dolente Umanità!
http://liberaopinione-lot.net/2011/03/17/evviva-litalia-si-ma/
Devo dire (da uno sguardo on-line) che Qui Quotidiano l'ha regolarmente pubblicata a stampa oggi. Vivaddio c'è libertà a Vasto. Evviva Vasto!
ho vinto la scommessa! Infatti avevo previsto la foto borbonica.
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