Annunciato dai “soliti” manifesti, a giorni sarà presentato il Piano di “recupero” del centro storico. Già la parola recupero mi è sempre parsa inappropriata. Io avrei usato la parola “rinascita” o, al limite, “rivalutazione”. Con le parole però, si sa, non si fanno i fatti e muoversi per provare ad ottenere un risultato, quello di recuperare, rivalutare, ritrovare, ridare valore e tutti i sinonimi che si possono usare, per una operazione come quella in atto, merita un plauso. Chi pensa però, che dettare norme urbanistiche, significhi risolvere i problemi, sbaglia.
Senza voler scomodare studiosi di antropologia culturale e senza voler dare spiegazioni olistiche, ritengo che il centro storico possa tornare a vivere, solo previo un complesso studio, che vada molto oltre le mere norme tecniche relative ad interventi edilizi.
Spero che il Progetto dell’Architetto Cervellati, ci indichi il da farsi sulle emergenze architettoniche cittadine, quali il Palazzo Genova-Rulli o il complesso del Carmine, così come individui il “valore” del mercato di piazza Santa Chiara e dimostri il rispetto per tutte le dimore, non solo in quanto tali ma per la storia che rappresentano (Vasto non è solo d’Avalos). Spero che il progetto preveda comodi collegamenti con gli altri quartieri cittadini e soprattutto con i principali servizi (ospedale, scuole, uffici pubblici, ev. centri commerciali ecc.)
Cosa si annuncia, l’importante urbanista in merito alla regolamentazione del traffico all’interno della Città storica? E soprattutto come propone di “educare” il cittadino al rispetto di quanto, nel caso, previsto? La raccolta differenziata dei rifiuti è partita ma il piano “Cervellati” prevede modalità migliorative di quanto già in atto? Le norme per il rilancio del commercio e l’eventuale sistema di regole, necessario per questa operazione, sono parte di quanto previsto dal Piano? Centri di aggregazione, oltre i luoghi di culto, sono previsti dal Piano? Eventuali luoghi di pronto soccorso o spazi informativi … e le parabole, gli impianti tecnologici, le insegne pubblicitarie, gli orpelli di ogni tipo che quotidianamente vediamo proliferare? … i piccioni, i topi, le deiezioni canine … si può aggiungere e ancora aggiungere. Insomma, la qualità della vita che un cittadino dovrebbe trovare nel tornare a vivere “il” Centro storico, è stata valutata in tutte le sue sfaccettature?
Non credo, inoltre, che la “deportazione forzata” di cittadini all’interno della Città vecchia sia una strada da perseguire. Se il luogo invita, se le motivazioni saranno valide, la gente vorrà abitare il Centro e la Città tornerà a vivere. Io e tanti Vastaroli inseguiamo la realizzazione di questo sogno. Speriamo che il Piano presentato in questi giorni, possa rappresentare almeno un buon inizio di giornata.
Nessun commento:
Posta un commento