Caro Alfredo,
anche se ci siamo incontrati poche volte, mi permetto di chiamarti così confidenzialmente, perché, in occasione della visita a Vasto di S.A.R. la Principessa Luciana Pallavicini Hassan di Afghanistan, abbiamo avuto tempo per scambiare opinioni e mi sono accorto di quanto ti stiano a cuore i destini degli abruzzesi e dell’Abruzzo. Per questo uso questo tono palesemente amichevole, il tono di un dialogo tra vecchi amici.
Mi riaggancio, anche se con un po’ di ritardo, al tema sollevato da L’Italia dei valori della provincia di Chieti, quello della trasformazione dell’Abruzzo da “cuore verde d’Europa” a “cuore nero d’Europa”. Perché il problema non è oramai limitato a questa o quella concessione rilasciata per prospezione o coltivazione di idrocarburi.
A guardare i dati pubblici diffusi dal ministero la situazione è drammatica. Il problema è che tutte le voci che si sono levate contro queste “operazioni”, hanno prodotto argomentazioni che dimostrano come in realtà il gioco non valga la candela. Vale a dire, inquinare in maniera irreversibile l’Abruzzo non servirà a rendere l’Abruzzo più ricco, o più autonomo energeticamente. Il petrolio è scarso, ancora di più che in Basilicata, ed è di qualità pessima. Allora chi trae vantaggio dalla distruzione di una fra le terre più belle del mondo? Nessuno! Credo, solo qualche multinazionale che può assicurarsi un altro po’ di petrolio da vendere nel momento in cui i prezzi torneranno a crescere.
Caro Alfredo, come vedi, non ti scrivo una lettera piena di tecnicismi, ne di puntualizzazioni, ti scrivo da Abruzzese, cosciente di vivere in uno dei paesi più belli del mondo.
Su quanto sia deleterio continuare sulla strada dell’ “oro” nero, sarai stato bombardato di notizie. Noi come Italia dei valori, ma non solo noi, tutte e dico tutte le associazioni ambientaliste, di scopo, e chissà cosa dimentico ancora, da molto tempo ci occupiamo e preoccupiamo per questa situazione. Tutti e ribadisco tutti hanno evidenziato la catastrofe che seguirà all’eventuale scelta sbagliata.
Ad onor del vero, ho parlato anche con persone che lavorano nel settore e queste sono favorevoli, sia alle ricerche petrolifere che al centro oli. Giustamente guardano il loro “orticello”. Bisognerebbe rassicurarle sulla conservazione del posto di lavoro e sulla migliore qualità della vita di tutta la collettività. Non mi dilungo oltre.
Sappiamo che queste vicende tendono a subire brusche accelerazioni, ed ecco il motivo di questa lettera. Io sono convinto che tu, sia da abruzzese, sia da Assessore allo Sviluppo Economico, saprai operare nella giusta direzione, anche perché la tua delega comprende “attività estrattive e minerarie” e quindi sarai circondato di esperti in materia che potranno consigliarti nel migliore dei modi. Da te aspetto una dichiarazione autorevole.
Ti chiedo scusa se ti ho distratto dai tuoi impegni ma ho sentito, il dovere di scriverti, poiché, come dice Antonio Di Pietro, “non ci interessa “Chi” dice una cosa buona. Se una cosa è buona noi la appoggiamo”. E quindi, quando affermi:
“Non è mio costume fare la politica del torcicollo, voglio guardare avanti, far rinascere negli abruzzesi la fiducia verso il sistema politico per cambiare radicalmente il rapporto tra politici ed elettori, non vogliamo tenerci attaccati gli elettori con privilegi a breve, ma proporre opportunità, occasioni e vantaggi di medio e lungo termine. A me interessano non le prossime elezioni, ma la prossima generazione, alla quale vogliamo affidare un Abruzzo che diventi l'economia di riferimento di un intera area più vasta; un territorio capace di attrarre le competenze e le migliori conoscenze”
mi sembra tu vada nella giusta direzione.
Cordialità
Francescopaolo D’Adamo
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