Gentile Consigliere Regionale
Non posso negare che mi ha dato una sensazione di “sadico” piacere il timido saluto che mi ha rivolto a Chieti, in occasione dell’ultimo incontro IdV. Vede egregio Consigliere Regionale, io avverto un certo disagio in lei e in chi mi ha sostituito nella Giunta Municipale di Vasto. Potrà dirmi che non è vero ma, si guardi dentro, non si può mentire a se stessi.
Pensavate che io fossi legato alla poltrona e che una volta sottrattami questa, avrei vomitato veleno su di lei o appiccato fuoco e fiamme su Italia dei Valori, uscendone, come altri usano fare in questo periodo. Invece no, sono rimasto in attesa. Osservando il vostro comportamento, valutando, se ancora fosse necessario, le vostre capacità.
Vede egregio signor Palomba, tutti si lamentano, tutti si danno da fare, molti per migliorare la situazione politica, altri quella amministrativa, altri ancora, troppi, solo per apparire. Non voglio pensare altro. I risultati per alcuni sono ottimi, per altri soddisfacenti, per altri ancora disastrosi. Questi ultimi, potranno “comprare” articoli o pagine sui giornali ma … non potranno mentire a se stessi. Quando chiesi di essere candidato alle “regionali” lei sa che lo feci, perché ritenevo che, la mia Città, Vasto, avesse bisogno di un “lottatore” in regione. Quando la candidatura mi è stata negata, per darle una mano, le chiesi: “vorrei solo una motivazione che mi metta in condizione di invitare ai miei concittadini, dopo il “caso” Lapenna, a votare per un altro candidato non di Vasto”. Non ebbi risposta e continuai la mia campagna elettorale a favore di IdV, indicando vari candidati, a seconda della circostanza. Nessuno e ribadisco nessuno, può negare il mio impegno, tanto che cosciente della forza del partito e se permette, anche della mia immagine, successivamente, accettai la candidatura alle provinciali. Tale candidatura, per la quale segnalai altre persone al mio posto, non mi interessava affatto, poiché, come detta lo statuto del “nostro” partito, le cariche non sono cumulabili, quindi, se eletto, avrei dovuto scegliere. Lei sa che io sono per il totale rispetto delle regole, quando queste sono chiare, così come sa che io avrei scelto di restare dove avrei potuto meglio esprimere le mie capacità. Avrei scelto di restare Assessore a Vasto.
Su Eliana Menna, ribadisco ancora che, per me, non era il momento giusto di candidarla e che in quella occasione ci ha fatto perdere molte preferenze. Ma questa è un’altra storia. Dei miei 856 voti, presi solo contro tutti, con l’ausilio di una semplice bicicletta e due amici, non posso che esserne fiero. Si potrà contestare quanto dico, ma non si potrà mentire a se stessi.
Gentile Consigliere regionale, ho letto un articolo su “Il Messaggero”: Comune di Vasto, le indicazioni del sindaco Lapenna. Scorrendo il pezzo si legge: “ … Al primo cittadino, per l’occasione affiancato dai consiglieri regionali Tagliente, Prospero e Argirò … “ Mi scusi signor Palomba, ma lei non è consigliere regionale (di centro sinistra) eletto a Vasto? Non doveva essere lei ad affiancare il primo cittadino vastese? Questo intendevo dire quando volevo un “Vastarolo” alla regione, uno che, magari assieme a Tagliente, Prospero ed Argirò, si “battesse” per Vasto. Ma lei dov’è? Forse ad organizzare manifestazioni come quella di domenica 27 dicembre 2009 alla stazione ferroviaria Vasto San Salvo? Dai giornali ho letto che è stata una eccellente operazione ma … non si può mentire a se stessi.
Vede caro Paolo Palomba, uno come me ha avuto tutto da perdere “offrendosi” alla politica. Ha perso lavoro, ha perso clienti, ha perso anche molti amici, perché aveva preso molto, troppo seriamente il compito che si era dato. Una delle cose che mi ha fatto capire questa situazione e procurato anche molta gioia, è stata una frase della mia seconda figlia, che alla fine dell’estate, mi ha detto: “Papà! Finalmente sei tornato ad essere te stesso”.
Per quale ragione una persona che, come me, si dedica alla sua città, senza chiedere nient’altro che il riconoscimento per il suo impegno, dovrebbe continuare a farlo, visto il trattamento riservatogli? Eppure le motivazioni ci sono e sono tante. Io tutti i giorni parlo con la gente, quella disinteressata e quella interessata. La distinzione e facile. Parlo con la gente che ti incita e ti apprezza, e quella che ti prende in giro, la distinzione è facile. Certo è anche “gustoso” essere chiamato Assessore, cosciente di aver agito bene. Lo è molto meno quando ciò non è avvenuto. Si può negare pubblicamente di aver sbagliato, ci si può vantare di cose mai fatte, forse qualcuno crederà, ma non si può mentire a se stessi. Io sono orgoglioso di ciò che ho fatto e non cambio marciapiede quando incontro la gente. La verità, signori! La verità. Non mento a me stesso anzi, mi rimprovero di non aver potuto fare di più.
Vedi caro Paolo, se io fossi Peppino Forte, avrei iniziato questa lettera dicendo:”non avrei mai pensato di dover impegnare parte del mio tempo per scriverti questa lettera”. Per fortuna non sono come colui che, pur sapendo che io ero inviso al sindaco perché invitavo i vastesi a votare “Forte” alle amministrative (unica occasione in cui ho contravvenuto alle direttive dell’IdV), non ha preso alcun tipo di posizione contro la decisione, determinata da Lapenna già dal primo momento della mia elezione, di togliermi la carica di Assessore, tra l’altro scaricando le colpe sul partito che non mi ha difeso. Io caro Paolo ti scrivo per parteciparti la mia “sardonica” gioia, per quel timido saluto che mi hai rivolto, perché presuntuosamente, ritengo che tu e gli altri abbiate bisogno di me, mentre io non ho bisogno di voi. Dieci minuti dopo la mia sostituzione in giunta, ho fondato un circolo, aperto un blog, aperto un sito internet, realizzato un format, scritto centinaia di articoli e tanto altro. Sei tu che hai bisogno di me.
Può sembrare arroganza la mia ma non lo è. Ti sto offrendo l’opportunità di chiamarmi e discutere del futuro. Questo si fa solo con gli amici. Negli ultimi tempi mi sono riconosciuto molto nelle scelte di Italia dei Valori nazionale. Poco in quella regionale (Carlo è un discorso a parte). Per niente in quella locale. Tuttavia ritengo che IdV sia una espressione importante della politica attuale. Una distinzione dal resto della politica. Quella distinzione che, a suo tempo, mi ha convinto a scendere nell’arena. Per IdV mi sono distaccato dal mio primo amore (politico) il Partito Radicale, perché nel partito di Di Pietro vedevo una evoluzione che però sarebbe troppo lungo spiegarti in questa sede.
Come vedi ho finito la lettera dandoti del tu, non per sommergerti in “tonnellate di miele” ma per darti l’opportunità di recuperare, se non un amico, un collaboratore importante. Se lo credi utile, conosci i miei numeri, sai dove trovarmi.
Come dici tu un abbraccio.
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