Avatar in rete, ecologisti dell’Altrove
Un Dirigente (scolastico), si sa, deve essere nel suo dire – a prescindere da quello che dice e del come – sempre autorevole. Questo Nicolangelo D’Adamo lo sa bene e – per quanto ormai un “emerito” – fa sempre del suo meglio per essere all’altezza. Anche a scapito della ragionevolezza e di cadere nel ridicolo. Oggi nel Vasto, ma non solo, si è tornati a parlare di “ripascimento” delle coste sabbiose sottoposte come quella di Casalbordino a erosioni invernali del mare. Fenomeno di per sè naturale, ma a cui l’uomo, da che mondo è mondo, per questo come per altro, cerca di porre rimedio e riparo, senza dover per questo essere accusato di voler alterare o “sconvolgere” la Natura.
Il nostro N.D’A., sicuro (perchè è sicuro) che questo non vada bene per il litorale nostrano, dopo essersi documentato scolasticamente su importanti dizionari della lingua italiana, per cominciare ci chiarisce che “ripascimento” è un termine “non censito”, sicuramente “desueto”, figuriamoci se politicamente corretto. Lui magari conosce il “pascere” (le pecore, le capre, ...i maiali al tempo delle parabole), un verbo che da noi non chiede traduzione, sicchè qualcuno nel web facilmente ha potuto rispondergli che, nel caso, “a pascere” ci vada lui, visto ch’è l’unica cosa che ritiene si possa naturalmente fare. Epperò - si diceva aulicamente un tempo - il già prof. Nicolangelo, messa a posto la cultura e da parte gli autorevoli dizionari, fa un ragionamento che merita attenzione, anche se rivela un procedimento discorsivo e mentale che nelle aule scolastiche, da quel che ricordo, poco sarebbe stato accettato.
Il suo discorso si articola sulla base dei seguenti punti fermi e consecutivi:
1. Assolutamente, questo scavo in mare, davanti alla nostra marina è sbagliata, è dannosa, è antipopolare (è politica “di destra”), e dunque: “Non s’ha da fare!”;
2. Comunque, occorre - concede il prof - che ci sia una apposita Commisione che valuti e dica ...che non va bene, o che altrimenti intervenga la magistratura;
3. Se proprio non se ne può fare a meno, ...lo si vada a fare, non qui, ma altrove!
Che dire: una logica stringente e ...razionalpolitica.
Un certo “marino” ha commentato sul blog NoiVastesi, traducendo il ben noto e famigerato “non nel mio giardino”: - Ecco: un altro esponente degli “Ecologisti dell’Altrove”. Pare surreale, ma non lo è. Succede di doverlo leggere qui nel VastoWeb, al tempo ...degli Avatar!
(G. F. Pollutri)
1 commento:
beh, GF Pollutri mi deve i diritti sulla definizione "Ambientalisti dell'Altrove". Però ne ha fatto un buon uso, non c'è che dire. Qualcuno capirà che occorre essere più seri e serenamente ragionevoli in tale genere di cose che interessano la comunità tutta e non i partiti (o i propri individuali o campanilistici interessi)? Buon senso vo' cercando....
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