Un sacerdote vastese, don Sauro Moro, affetto da una grave malattia, è stato
malmenato a San Salvo da un operaio di 30 anni originario di Bari e residente a
San Salvo, poi rintracciato dai carabinieri e denunciato per lesioni aggravate.
E' successo al quartiere 167, dove don Sauro, che soffre da anni di una
malattia neurovegetativa che lo fa muovere in maniera scoordinata, attendeva
l'autobus a una fermata. Dapprima insultato, il religioso, che stava recitando
il rosario, è stato aggredito ed è fnito a terra, fratturandosi un braccio, poi
ingessato all'ospedale di Vasto. La selvaggia aggressione ha suscitato
indignazione non solo a San Salvo, dove don Sauro è molto amato dalla comunità,
ma anche a Vasto. "Un gesto scellerato - ha detto don Gianni Sciorra, vicario
episcopale della zona di Vasto - perchè compiuto ai danni di una persona che he
messo la sua vita a disposizione del prossimo". Don Sauro è ora ospite della
sorella a Campomarino, in Molise.
Potevamo immaginare tutto questo allora?
6 commenti:
No, prima c'erano le offese gratuite ai potatori di handicap, non ai preti: all'epoca i preti tutti contavano ancora qualcosa...
Sempre migliori gli altri di altri tempi eh?
Bastava non chiudere i manicomi e farci entrare solo chi era davvero da rinchiudere; bastava non aprire le carceri ai poveri cristi e farci entrare i veri delinquenti, quelli che stanno sempre fuori perchè hanno un bravo e soprattutto costoso avvocato...
Bastava insegnare un po' più di rispetto verso il proprio prossimo di qualunque colore fosse e chiunque fosse, non solo quel prossimo che ci poteva tornare utile...
Ma finchè il finto buonismo regna sovrano, difficilmente si potrà immaginare qualcosa di meglio!
Della serie se ho fumato qualcosa...
Si, una diana slim!
Il commento era riferito alla lettura tutta di un fiato dell'articolo, con il titolo e la frase finale che non so da chi sono stati posti, se dall'autore o dall'architetto...
A chi ha nostalgia dei tempi passati, vorrei chiedere di quante volte si è rimasti inermi di fronte alle offese o aggressioni (di un tempo) ai portatori di handicap, tanto che molte famiglie tenevano i propri cari rinchiusi in casa...
Quante volte alle persone di colore; quante volte le offese ai bimbi vestiti male perchè poveri; quante volte, questi nostalgici, dalle loro campane di vetro hanno alzato la voce di fronte a tutti questi soprusi ed abusi?
Il il titolo lo avrei posto con: ma quattro calci nel culo e poi, vai a fare i lavori forzati... altre che "che porci"
E purtroppo, io non è che non mi sarei immaginata, al mio essere giovanissima, questo, no, io al mio essere giovanissima speravo finissero, un giorno, queste cose...
Ma è stata una speranza vana per tutto quello che succede e continua a succedere!
Tutta la mia solidarietà a Don Sauro, anche se non lo conosco.
No Maria, stavolta stai generalizzando troppo.
Chi ha scritto quella frase finale è chi sapeva che quando un prete ti metteva la mano sulla spalla era per consolarti e quando piangevi sapeva farti tornare il sorriso.
Qualcuno di quei preti lo fa ancora.
Chi ha scritto quella frase è tra quelli che si portava a scuola una doppia merenda, perchè alla ricreazione si mischiavano a loro i ragazzi di padre Valeriano all'autostello e glie la offrivano e li facevano giocare assieme a pallone.
Chiedi in giro chi erano i ragazzi di padre Valeriano.
Le donne rom giravano liberamente per le case cercando offerte; mia madre metteva da parte olio e pasta e spesso abitini dismessi di bambini cresciuti.
Si sedevano in cucina con i loro gonnoni lunghi e colorati, e non hanno mai portato via uno spillo.
Avere nostalgia di qualcosa non è peccato; se non ce l'hai sei perduto.
E' un mondo che non ho conosciuto, purtroppo!
E il mio sfogo non era certo verso, contro il parroco.
Nulla contro i rom e nulla da generalizzare troppo...
E' solo che talvolta, non comprendo dopo tanto male che c'è stato, la meraviglia per altro male come se nulla accadeva in passato!
Non è il male che c'è che deve far meravigliare, ma dovrebbe cominciare a meravigliare il male quando non c'è!
Forse sono nata troppo tardi per gustarmi quei ricordi di cui qualcuno ha la fortuna di avere e gustarsi ancora!
Ad ogni modo, concordo sull'avere nostalgia, in particolare della propria infanzia, quando ancora i sogni contavano qualcosa!
Ma il "simpaticissisimo operaio di origini di BARI" che ha malmenato il povero sacerdote... ADESSO DOV'E' ? .... LIBERO VERO?
La violenza gratuita e soprattutto quella a danno dei più deboli crea una giustificabile e sana indignazione. Anch'io leggendo quell'articolo ho provato rabbia e disgusto e in questo momento la mia scrittura è un atto d'impeto. Scaraventerei in galera la persona che ha commesso quell'atto e butterei la chiave. So per esperienza che chi prova questi impulsi d'odio verso i più deboli è incapace di empatia e non cambia. Il pentimento poi, se arriva, è solo apparente, un modo per trarre dei vantaggi.
Penso che tutti noi porremmo la seguente domanda all'aggressore: "Perché?" Forse la risposta sarebbe evasiva e incerta o più probabilmente pretestuosa, ma abbiamo tutti bisogno di dare un senso a questo squallido fatto.
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