MANI LIBERE A PUNTA PENNA
1. La Delibera
del Consiglio comunale dello scorso 18 giugno, essendo un atto di indirizzo,
non avrà almeno per ora alcun effetto immediato. Ma costituisce innegabilmente
un segnale politico semplice e nettissimo: passata la fiammata della
mobilitazione popolare in difesa di Punta Penna, la lobby
politico-imprenditoriale che da sempre gestisce quasi privatisticamente la zona
si appresta ora a riprenderne per intero -e pubblicamente- il controllo.
Cambiano gli equilibri nel Comitato
di gestione e, a quel che pare, cambia anche l'assetto interno alla maggioranza.
Si profila, tra l'altro, anche un macroscopico conflitto di interessi: il
COASIV avrà contemporaneamente titolo al rilascio delle concessioni nell'area
industriale[1], e al controllo sulle
concessioni rilasciate[2].
Ma sopratutto cambia il modello
politico di riferimento.
2. Nella Delibera non si fa più menzione alcuna dello strumento
cardine della pianificazione territoriale sovraordinata di settore (il PTAP),
che prevede "interventi di
riconversione con riferimento ai valori paesaggistici, ambientali e
naturalistici di Punta Aderci". Un documento cui
-secondo le leggi e il buon senso, nonché le dichiarazioni di facciata- la
pianificazione locale avrebbe dovuto adeguarsi.
Si son guardati bene dal farlo. Al
suo posto si ripropone ora un fantomatico Patto
per il territorio, una trovata che questa Amministrazione ha predisposto su
misura per eludere localmente i suoi obblighi[3] (con
l'eventuale complicità delle associazioni ambientaliste -a parole- che vi si
prestino).
3. Chi sino ad ora ha ininterrottamente comandato a Punta Penna
mira insomma, con questa manovra, a predisporre gli strumenti per continuare a
farlo per decenni. Vuole avere mani libere, e pochi controlli. E vuole scegliersi
a sua discrezione gli interlocutori. I cittadini non glielo permetteranno.
Vasto, il 22 giugno 2012
Il Comitato Cittadino
per la Tutela
del Territorio
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